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VIBO VALENTIA – Era entrato nel tifo organizzato della Juve non per passione sportiva ma per affari. Affari illeciti, ovviamente visto che si sarebbe mirato a far entrare la droga nello stadio.

Antonio Guastalegname, neo pentito del Vibonese, racconta la vicenda nel verbale del 21 gennaio di quest’anno al pm Antonio De Bernardo, del pool della Dda di Catanzaro. I rapporti con i Drughi” iniziarono «nel 2015 dalla mia frequentazione e amicizia con “Omissis”, un soggetto di Asti Praia con cui facevamo del viaggi e delle uscite, “Omissis” l’ho conosciuto appena arrivato ad Asti ma la frequentazione si è intensificata nei 2015.

Se non ricordo male lui fu anche arrestalo perché aveva il divieto di accesso ai luoghi sportivi e nonostante questo andava allo Stadio». Il collaboratore-imprenditore ricorda incolte come durante la detenzione di quest’ultimo la detenzione si fosse offerto di fargli un contratto di lavoro per farlo uscire dal carcere», aggiungendo che inizialmente grazie a “Omissis” era riuscito ad avere i biglietti per lo stadio.

Poco più tardi la conoscenza di uno dei capi ultras dei “Drughi” di Asti e questo portò il pentito ad entrare nel mondo della tifoseria organizzata: «Difatti gli ultras dei “Drughi” quando iniziano le partile si incontrano tutti all’uscita di Venaria dove poi partono lutti insieme con le bandiere; in questo parcheggio si incontravano tutti i “Drughi”, sia quelli di Asti che quelli di altre città piemontesi. Io frequentavo tale ambiente per affari e non per tifoseria». E in occasione di grandi partite della Juventus, Guastalegname veniva «contattato da persone di Vibo, tra cui Nazzareno Colace che mi chiedevano i biglietti per lo stadio, e pertanto io – a mia volta – li chiedevo a “Omissis” ed effettivamente me li forniva tramite i “Drughi” di Asti».

Nel 2015 ci sarebbe stato un incontro ad Asti tra “Omissis” e Nazzareno Colace (considerato elemento di spicco della criminalità vibonese, ritenuto uomo di fiducia del presunto boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”) che così «si conobbero; a tale incontro seguì una vacanza, nell’estate seguente, a Vibo Marina a cui partecipò anche “Omissis” e in quella occasione Colace ci invitò a cena in un ristorante di Zambrone, durante la quale i due parlarono della possibilità dì avere dei biglietti, ottenendo, il primo, rassicurazioni da quest’ultimo in forza e la sua adesione ai “Drughi”.

Ma Nazzareno Colace non avrebbe mirato solo ad assistere alle partite. Le sue partite sarebbero state infatti altre: quelle di droga. E sul punto sempre Guastalegname racconta che Colace tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 lo avrebbe chiamato in quanto si trovava ad Asti presso il Mini Motel e «mi chiese di incontrare “Omissis” che pertanto chiamai. In tale occasione il primo rappresentò al secondo la volontà di entrare nello stadio con il traffico di stupefacenti, incontrando la disponibilità di quest’ultimo il quale tuttavia rappresentò sia che già c’erano altri che rifornivano lo stupefacente ma che comunque ne avrebbe parlato con “Omissis”, il capo ultras».

L’indomani effettivamente ci fu un incontro tra Colace» e gli altri due nel quale fu «ripreso il tema della fornitura di stupefacente nello stadio. Stefano rappresentò che c’erano già i Pesce a rifornire la droga e che lui stesso era in contatto con “Omissis” evidenziando comunque la sua disponibilità a prendere lo stupefacente qualora le famiglie “di giù” fossero state in accordo».

Durante i colloqui sarebbe stato soprattutto Colace a parlare e a specificare che sarebbe stato “omissis” a fornire materialmente l’erba: «Rispetto alla problematica dei rapporti coi Pesce, Colace Nazzareno rassicurò i “Drughi” che non ci sarebbero stati problemi perché anche loro erano in buoni rapporti i rosarnesi». Tuttavia, gli accordi per l’approvvigionamento di stupefacente poi non ebbero corso perché sia “Omissis” che Colace furono arrestati».

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