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CATANZARO – Diciotto condanne e tre assoluzioni. Lo stabilisce la sentenza, emessa dal gup di Catanzaro Paola Ciriaco, del processo in abbreviato “Petrolmafie“, istruito dalla Dda di Catanzaro contro illeciti perpetrati dalle cosche del vibonese e loro sodali nel settore del commercio di idrocarburi.

Le accuse per gli imputati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, corruzione, evasione delle imposte e delle accise anche mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, scambio elettorale politico-mafioso e turbata libertà degli incanti.

A sei anni, per estorsione, è stato condannato Pasquale Gallone considerato il braccio destro del boss Luigi Mancuso (la Dda aveva chiesto 8 anni di reclusione). Assolto, invece, Gregorio Giofrè, elemento di spicco del locale di San Gregorio d’Ippona per il quale l’accusa aveva invocato 8 anni di carcere.

Il gup ha disposto il risarcimento per le parti civili la Cooper Poro Edile S.C, (liquida in 15mila euro); l’Agenzia delle dogane (100mila euro di provvisionale); l’Agenzia delle Entrate (100mila euro di provvisionale); Presidenza del Consiglio dei ministri e Ministero dell’Interno (20mila euro); Comune di Limbadi (30mila euro); Comune di Sant’Onofrio (30mila euro); Provincia di Vibo Valentia (40mila euro); Comune di Vibo Valentia (50mila euro); Regione Calabria (25mila euro); l’associazione antiracket e antiusura della provincia di Vibo Valentia (15mila euro).

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