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L'aula bunker dove si svolge il processo Rinascita Scott

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L’Antimafia deposita un’enorme mole di nuove carte nel processo Rinascita Scott, dai pentiti alle sentenze fino alle accuse a Pittelli

VIBO VALENTIA – È davvero corposa la produzione documentale depositata nei giorni scorsi dall’Ufficio della procura distrettuale antimafia di Catanzaro al dibattimento di “Rinascita-Scott” che si sta celebrando presso l’aula bunker della Fondazione Terina, nell’area industriale di Lamezia Terme. Una documentazione sulla quale le difese sono chiamate ad interloquire entro il 26 aprile dopo di che spetterà al Collegio giudicante presieduto da Brigida Cavasino decidere se questa verrà acquisita agli atti del processo.

In particolare vi sono numerose sentenze di altri procedimenti penali che riguardano i principali personaggi imputati in Rinascita, quali Giuseppe Antonio Accorinti, considerato il boss di Zungri, Saverio Razionale, ritenuto a capo della ’ndrina di San Gregorio d’Ippona.

RINASCITA-SCOTT, LE CARTE DELL’ANTIMAFIA: I VERBALI DI COLLABORATORI E TESTIMONI DI GIUSTIZIA

Presenti come detto verbali di collaboratori e testimoni di giustizia di altri processi e atti relativi al controllo della loro attendibilità. I pentiti in questione sono Francesco Michienzi, ex appartenente alla cosca Anello-Fruci; Francesco Fonti, già affiliato al clan Romeo del Reggino e celebre per la vicenda delle “navi dei veleni”; Domenico Cricelli, cooperante coi La Rosa di Tropea e Mancuso di Limbadi. Gerardo D’Urzo, ex componente del clan dei Petrolo-Bartolotta (fu uno dei primi pentiti del Vibonese e partecipò alla strage dell’Epifania, a Sant’Onofrio, il 6 gennaio del 1991 in cui morirono due persone e ne rimasero ferite una decina). Giuseppe Scriva (testimone di giustizia) il quale non era formalmente affiliato alla ’ndrangheta vibonese anche se avrebbe operato soprattutto per i Fiarè-Razionale-Gasparro e dei Mancuso di Limbadi.

Gaetano Albanese, al tempo esponente dei Piromalli-Molè di Gioia Tauro; Bartolomeo Arena, ex componente delle nuove leve di ’ndrangheta di Vibo città. Umile Arturi, già elemento di spicco della cosca Pino-Sena di Cosenza; Michele Camillò e Gaetano Antonio Cannatà, ex appartenenti al gruppo dei Lo Bianco-Barba-Camillò di Vibo. Luigi Bonaventura, già reggente dell’omonima cosca ‘ndranghetista dei Ciampà-Vrenna-Corigliano di Crotone. Angelo Salvatore Cortese, che fu il braccio destro del boss di Cutro, Nicolino Grande Aracri; Antonio Cicciù, ex boss di Cariati (Cs); Francesco Costantino, appartenente alla famiglia Cracolici di Maierato (Vv). Pasqualino D’Elia, ex esponente della vecchia ‘ndrangheta lametina, affiliato ai Pagliaro-Gattini-Andricciola e poi unitosi con i Iannazzo; Giuseppe Maria Di Giacomo, boss della mafia Catanese, esponente del clan Laudani; Nicola Figliuzzi, già componente del clan Patania prima e Loielo poi, entrambi del Vibonese.

TRA I PENTITI DEPOSITATI ANCHE NUOVI VERBALI DI EMANUELE MANCUSO E ANDREA MANTELLA

Antonino Fiume, cognato e braccio destro del boss di Reggio, Peppe De Stefano; Domenico Giampà, ex esponente di primo piano dell’omonima cosca di Lamezia; Giuseppe Giampà, già in passato reggente dell’omonima consorteria criminale sempre della città della Piana; Antonio e Domenico Guastalegname, padre e figlio, non ufficialmente affiliati alla ’ndrangheta vibonese ma con rapporti con i maggiori clan del territorio; Paolo Iannò, a capo della Locale di Gallico; Emanuele Mancuso, già esponente dell’omonimo casato mafioso di Limbadi.

Andrea Mantella, ex boss scissionista di Vibo e principale testimone d’accusa della Dda in questo processo; Tommaso Mazza, già esponente di spicco della cosca dei Gaglianesi, a Catanzaro; Raffaele Moscato, al tempo sicario dei Piscopisani e appartenente ai Tripodi-Mantino di Vibo Marina-Portosalvo; Francesco Oliverio, ex capo locale di Belvedere Spinello; Francesco Onorato, ex reggente del mandamento di Partanna-Mondello (PA); Franco Pino, già a capo della omonima cosca di Cosenza; Gennaro Pulice, l’ex killer con due lauree della cosca Iannazzo-Cannizzaro-Daponte di Lamezia; Gaspare Spatuzza, pentito storico della mafia palermitana (esponente della famiglia di Brancaccio), colui che uccise don Pino Puglisi e che conosce miriadi di segreti di “cosa nostra”.

DEPOSITATI ANCHE I VERBALI DI ANGIOLINO SERVELLO AUTORE DELLA STRAGE DI PIZZINNI

Cosimo Virgilio, ex imprenditore, ex doganalista, ex uomo di fiducia del boss Rocco Molè, e profondo conoscitore dei segreti della masso-mafia; Giuseppe Vrenna, al tempo esponente di primo piano dell’omonimo casato mafioso di Crotone; Samuele Lovato, ex esponente del clan Forastefano di Cassano allo Ionio; Antonio Femia, già componente del clan Ursino di Gioiosa Ionica (Rc).

Vincenzo Albanese, ex membro di spicco del clan Bellocco di Rosarno; Walter Loielo, giovane collaboratore, in passato appartenente all’omonima famiglia operante nelle Preserre vibonesi; Angiolino Servello, di Ionadi (Vv), autore materiale della strage di Pizzinni del 1982 in cui morirono due bambini; Nunzio Buttafuoco, imprenditore di Maierato; Antonio Genesio Mangone, di Cariati, già appartenente al clan Bolognino; Luigi Guglielmo Farris (testimone di giustizia).

RINASCITA-SCOTT, LE NUOVE CARTE DELL’ANTIMAFIA SU PITTELLI

Negli incartamenti anche diversi atti che attengono alla posizione di Giancarlo Pittelli, il noto penalista e tra i principali imputati nel maxi procedimento penale; tra questi la missiva recapitata all’ex ministro Mara Carfagna, alcune richieste di rinvio a giudizio inerenti altre inchieste, atti giudiziari relativi a vicende di natura fallimentare; le interpellanze parlamentari a sostegno dell’imputato a firma di Magi, Giachetti, Bonino, Richetti, e Bruno Bossio e ancora alcuni verbali di spontanee dichiarazioni rese da Pittelli nell’udienza davanti al Tribunale del riesame del 9 gennaio 2020; varie ordinanze del gip distrettuale e sempre del Riesame di Catanzaro nonché del Tribunale di Vibo e della Cassazione inerenti soprattutto le misure cautelari, l’ordinanza dell’operazione “Malapigna” in cui Pittelli è coinvolto e i verbali di interrogatorio presso il gip di Reggio e quello sulle spontanee dichiarazioni davanti al Tdl della Città dello stretto nonché il decreto immediato attinente a quest’ultima inchiesta.

MATERIALE INFORMATICO E SENTENZE

Nella lista figurano infine numerosi Dvd, Tabulati e decreti acquisitivi, documentazione su servizi di geolocalizzazione, di sms, sulla deposizione degli operatori del Ros di Roma e Catanzaro, nonché del Roni di Vibo; e ancora Accertamenti urgenti sui luoghi, sulle cose e sulle persone, compendiati ed allegati alle informative redatte dal Reparto Operativo Nucleo Investigativo Carabinieri di Vibo Valentia con proprio indice e Hard disk recante i files audio delle intercettazioni di cui è stata chiesta la perizia trascrittiva, prelevati dal “Cit” della Procura, la sentenza del gup distrettuale relativa al processo “Imponimento” ed altro ancora.

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