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I simboli massonici ritrovati

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Spuntano anche dei simboli massonici nell’inchiesta Maestrale-Carthago che ha coinvolto oltre 160 persone nel vibonese

VIBO VALENTIA – ‘Ndrangheta e massoneria. Un connubio sempre più stretto che sempre più inchieste giudiziarie portano alla luce. Argomento – trattato anche nella requisitoria di ieri al processo Rinascita-Scott, dal pubblico ministero antimafia Antonio De Bernardo – che non fa difetto anche nella recentissima indagine “Maestrale-Carthago” condotta dai carabinieri con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia. Indagine in cui si dà conto di un rinvenimento di simboli massonici.

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Il ritrovamento è avvenuto all’interno di un circolo ricreativo gestito da una persona non coinvolta in quest’ultima attività investigativa ma comunque ritenuta legata al clan Bonavota di Sant’Onofrio e che in una conversazione con il presunto capo della ’ndrina di Cessaniti, Francesco Barbieri, espone la situazione dei vertici della cosca santonofrese, all’epoca latitanti nonché del presunto sodale Nino De Fina (alias Ninu i Palumba), quest’ultimo destinatario di un sequestro di beni nell’ambio dell’operazione Carminius.

Sempre nel corso della conversazione tra i due, Barbieri consiglia al suo interlocutore di evitare movimentazioni di denaro, al fine di occultarlo, riportando l’esempio del boss di Spilinga, Raffaele Fiamingo (conosciuto anche come Lele Fiamingo) – ucciso nel luglio del 2003 – che alla sua morte aveva lasciato circa due milioni di euro in contanti, che comunque era solo una parte della liquidità provento della commissione di innumerevoli illeciti.

maestrale-carthago, simboli massonici scoperti durante le perquisizioni

Nel corso di una perquisizione del 14 aprile 2021 effettuata nei confronti dell’uomo di Sant’Onofrio all’interno dell’immobile del circolo ricreativo da questi gestito, i carabinieri si erano imbattuti in una composizione metallica riproducente il simbolo massonico della squadretta contrapposta al compasso. La base della riproduzione era composta dalle parti metalliche di alcuni tradizionali attrezzi da lavoro: una vanga, una zappa, un piccone e una cazzuola.

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