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Il comune di Tropea

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Il prefetto di Vibo Valentia Paolo Giovanni Grieco ha inviato una commissione di accesso agli atti al comune di Tropea. Obiettivo verificare l’eventuale infiltrazione della criminalità

TROPEA – E siamo a tre. Tre commissioni di accesso agli atti inviati nel giro di due settimane dal prefetto Paolo Giovanni Grieco in altrettanti comuni del territorio vibonese. Ma, questa, volta la notizia fa indubbiamente più rumore visto che l’organismo che dovrà verificare l’esistenza, o meno, di condizionamenti mafiosi nella gestione dell’ente, si è insediata nella città simbolo del turismo calabrese, e non solo: Tropea. La commissione di accesso è arrivata a Tropea a palazzo Sant’Anna, sede del Comune costiero, questa mattina, 16 ottobre 2023, intorno alle 10. Ha iniziato a visionare gli incartamenti nei vari uffici, con particolare attenzione, verosimilmente, all’assegnazione di appalti, esternalizzazione di servizi e conferimenti incarichi esterni.

Nei mesi scorsi, l’ex presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, aveva sollecitato l’invio della commissione in alcuni comuni del territorio, compreso Tropea, senza però che nulla avvenisse. Con l’arrivo del prefetto Grieco, che ha preso il posto di Roberta Lulli, vi è stata un’accelerazione delle dinamiche. Una determinazione che ha spinto la prefettura a volerci vedere chiaro anche nell’attività amministrativa del comune costiero. Comune guidato dal sindaco Nino Macrì, in carica dal 2019, e che, verosimilmente, nella prossima primavera si sarebbe ripresentato.

In questi anni il comune di Tropea è finito sotto i riflettori sia della magistratura ordinaria che della Dda di Catanzaro a seguito di una serie di indagini come quella sui cadaveri bruciati nel cimitero che ha visto indagato anche il custode Francesco Trecate (destinatario tra l’altro precedentemente ai fatti di una benemerenza da parte del sindaco Nino Macrì) zio dell’attuale assessore comunale Greta Trecate, braccio destro dello stesso primo cittadino. Ma è soprattutto l’inchiesta “Olimpo” che ha portato a ritenere che ci sarebbe potuta essere l’attenzione anche della Prefettura sul territorio tropeano.

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