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I due parroci intimiditi

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In Prefettura a Vibo, per i due parroci intimiditi, un colloquio di circa un’ora col capo dell’Utg e il comandante dell’Arma. Don Felice Palamara e don Francesco Pontoriero restano sotto tiro dei criminali


VIBO VALENTIA – Un incontro durato circa un’ora e all’uscita da palazzo
Rizzuti nessun commento da parte dei diretti interessati. Solo una
frase: “Grazie per la vicinanza e l’attenzione che come stampa ci state
dando in questi giorni”. Sono stati “consegnati” al silenzio, e
d’altronde non poteva essere altrimenti, i due parroci di Cessaniti
destinatari di una serie di intimidazioni, anche gravi ed inquietanti,
sulle quali sono in corso indagini da parte dei carabinieri.

Ieri mattina don Felice Palamara e don Francesco Pontoriero sono stati
ricevuti dal prefetto Paolo Giovanni Grieco alla presenza del comandante
provinciale dell’Arma, Luca Toti. Una visita che, come detto, si è
protratta per circa un’ora in cui sono state affrontate le vicende intimidatorie che hanno interessato i due preti – e anche la presidente dell’associazione
“Crisalide”, Romina Candela –  il primo – nei confronti del quale è
stata disposta la vigilanza radiocontrollata – destinatario prima di
lettere con insulti e minacce, successivamente del danneggiamento della
propria auto e, infine, del tentativo di avvelenamento con la candeggina
versata nelle ampolle dell’acqua e del vino durante la celebrazione
della messa di sabato scorso; il secondo anch’egli destinatario di
missive minatorie cui ha fatto seguito il ritrovamento di un gatto morto
  sul cofano della sua vettura con accanto un biglietto con la scritta
“Ve la faremo pagare”. Lettere minatorie anche contro la Candela.

Come detto, dai due parroci nessun commento all’uscita dalla Prefettura
ma ci pensano i fedeli a condannare il gesto e ad esprimere
preoccupazione per il clima che si respira in un territorio toccato
dall’inchiesta “Maestrale-Carthago”.  E se le indagini ruotano a 360
gradi per gli investigatori sembrerebbe perdere quota la matrice
mafiosa.
In una recente intervista ad “Avvenire” il procuratore capo Camillo
Falvo ha  dichiarato che “mi sarei aspettato, visto quello che sta
accadendo, che qualche informazione ci arrivasse, perché è difficile che
non si sappia o comunque non si possa ipotizzare qualcosa, in frazioni
dove in genere qualcosa si sa. Invece nulla. È preoccupante che in una
realtà così piccola non ci sia nessuno che parli. Noi le indagini le
stiamo facendo, i carabinieri sono molto preparati . Speriamo di venire
a capo presto di questa situazione”.

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