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Roberto Occhiuto

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Anche il governatore Roberto Occhiuto avanza l’esigenza di un controllo sull’Asp di Vibo circa possibili infiltrazioni, si fa sempre più concreta, quindi, l’ipotesi di un invio della commissione di accesso agli atti per verificare condizionamenti della criminalità organizzata dopo che dell’Azienda si parla diffusamente nell’indagine “Maestrale-Cartago” che ha visto arrestare dirigenti pro tempore e attuali.

VIBO VALENTIA – “Anche all’interno dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo c’è la necessità di approfondimenti in ordine a eventuali infiltrazioni, così come c’è stata in moltissimi comuni della provincia”. Sono le parole del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che riecheggiano nell’aula di palazzo Campanella, sede dell’assemblea regionale, e rappresentano un breve estratto di una replica al consigliere vibonese del Pd, Raffaele Mammoliti, sui servizi sanitari nel territorio.

Insomma, le parole del governatore regionale di fatto alimentano le voci secondo le quali molto presto potrebbero esserci importanti novità riguardo le passate gestioni dell’Asp di Vibo che in questo caso si traducono con un possibile invio di una commissione di accesso agli atti. Il che sarebbe la seconda volta, dopo quella della primavera 2010 che poi, a dicembre dello stesso anno, portò allo scioglimento per infiltrazioni mafiose.

ANCHE IL COMITATO PER L’ORDINE E LA SICUREZZA PUBBLICA SI È OCCUPATO DELL’ASP DI VIBO

La questione è aperta tant’è che circa due settimane addietro della vicenda si sarebbe occupato il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal Prefetto Paolo Giovanni Grieco (il quale ha già inviato due commissioni d’accesso nei comuni di Stefanaconi e Tropea) in una riunione con i dirigenti delle forze dell’ordine provinciali nonché esponenti di primo piano della Direzione distrettuale antimafia. Si attendono, dunque, le determinazioni dell’organismo nei confronti dell’Azienda vibonese della quale si parla diffusamente nelle carte dell’inchiesta Maestrale-Carthago e pertanto era inevitabile che lo Stato accendesse i riflettori sull’attività di palazzo ex Inam dopo che in precedenza l’aveva fatto l’Ufficio del procuratore Nicola Gratteri.

Ed a ben vedere, l’indagine ha registrato il coinvolgimento di alcuni dirigenti, tra attuali ed passati. Ma anche funzionari cui vengono contestate diverse accuse, alcune delle quali particolarmente rilevanti quanto inquietanti come il concorso esterno in associazione mafiosa. E, laddove quest’ultima manca vi sono, comunque, altri reati con l’aggravante della mafiosità.

POSSIBILI INFILTRAZIONI ALL’ASP DI VIBO, LE TESI DI ACCUSA

Nella prima parte dell’inchiesta gli investigatori evidenziavano a chiare lettere la presenza di una “cointeressenza dell’Asp di Vibo sia con la criminalità organizzata e sia con esponenti politici di vari livello che di fatto condiziona in modo totale l’esercizio delle funzioni dell’Ente, che mediante i propri atti risponde a logiche criminali e politiche invece che perseguire l’interesse pubblico afferente la sanità”. Si riportavano, al riguardo,, diversi episodi che confermerebbero tale prospettazione in particolare i retroscena relativi alla gestione degli appalti da parte dell’Azienda e la “stretta correlazione con la criminalità organizzata che hanno offerto un punto di vista privilegiato ed attuale circa gli assetti dell’Ente sanitario ed i più che evidenti condizionamenti”.

Insomma, le carte di Maestrale-Carthago cristallizzano il dato di una “Azienda Sanitaria totalmente asservita ai desiderata della criminalità locale”. E degli “strettissimi collegamenti tra alcuni pubblici funzionari ed esponenti della ’ndrangheta. In particolare all’interno dell’Asp tali relazioni hanno determinato il condizionamento delle attività dell’ente pubblico per perseguire interessi privati e mafiosi”.

OCCHIUTO CHIEDE CONTROLLI SU POSSIBILI INFILTRAZIONI ALL’ASP DI VIBO

Ecco perché, alla luce di quanto emerso, e anche alla luce delle considerazioni iniziali del presidente Occhiuto, non è poi così remota la possibilità che gli investigatori incaricati dal Prefetto possano varcare la soglia d’entrata di palazzo ex Inam. E in quel caso si farà luce sugli ultimi 10 anni di attività amministrativa, vale a dire da quando la precedente commissione prefettizia (al tempo guidata da Nunzio Naso) aveva terminato il periodo di commissariamento a seguito dello scioglimento per infiltrazioni della criminalità.

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