X
<
>

L'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia

Condividi:
3 minuti per la lettura

QUELLE belle notizie che fanno bene all’anima, che permettono di iniziare e trascorrere la giornata con un po’ più di speranza verso la società e il genere umano molto spesso latitano ad arrivare. Si può, quindi, comprendere facilmente come sia utile e piacevole divulgarle quando, invece, capita l’occasione propizia per parlarne, soprattutto se si tratta di un caso di buona sanità verificatosi nell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia.

Ieri mattina, sulla pagina di un gruppo Facebook dedicato alla città, è apparso infatti un post speciale composto da una signora di nazionalità rumena ma residente in Italia da vent’anni, marito di origini pugliesi, con cui è residente in provincia di Bergamo, e mamma di un bimbo di otto anni che, durante le vacanze nella nostra provincia, ha avuto una disavventura.

«Abbiamo saputo – ha affermato la signora B.R. – quanto bella fosse la località di Capo Vaticano così, da Bari dove ci trovavamo con i parenti di mio marito, siamo scesi qui appositamente, trovando un paradiso. Luoghi splendidi e persone del luogo simpatiche e cordiali che ci hanno accolto e trattato sempre benissimo. Un giorno, però, mio figlio Leonardo scivola dalla scala dello scivolo sul pedalò, forse per le manine bagnate, e sbatte violentemente il fianco sinistro sul lato di questo, dove è posizionata anche una sbarra di appoggio». All’inizio l’incidente non sembrava grave, anche se il bimbo aveva qualche dolore ma nessuna ferita: «Andiamo lo stesso – ha raccontato la mamma – al Pronto Soccorso di Tropea dove, non essendoci il reparto di Pediatria, ci hanno consigliato di venire a Vibo. Tornati in albergo, ci siamo resi conto che Leonardo aveva qualcosa perché urinava con sangue, così ci rechiamo di nuovo al Pronto Soccorso di Tropea, ma urge recarsi a Vibo per una ecografia, che non è andata bene».

Vista la situazione, nel reparto di Chirurgia del nosocomio cittadino, sono stati subito celeri ad intervenire: «Il dottore di guardia – ha proseguito la signora B.R. – ha chiamato tutti i colleghi e l’anestesista per prepararsi subito ad un intervento in quanto era compromessa anche la milza. Alla fine il chirurgo ci ha detto che il bimbo era salvo, anche se non hanno potuto salvare il rene e la milza per la forte emorragia interna». Nel dolore per Leonardo, si è poi aggiunto un altro guaio: «Io e mio marito – ha continuato a raccontare la mamma – abbiamo scoperto di essere positivi, quindi nostro figlio ha passato la prima notte dopo l’operazione senza di noi con accanto sempre un operatore sanitario, nell’attesa che arrivassero la nonna e la zia. Leonardo è ancora ricoverato, ma la tac è andata bene. Hanno tolto qualche punto e dovrebbe essere dimesso a breve».

La mamma di Leonardo ha voluto, poi, ringraziare i professionisti che hanno salvato il figlio, ossia tutta l’Unità Operativa del reparto di Chirurgia diretto dal Primario Franco Zappia: «Ci hanno aiutato tutti, – ha dichiarato la signora – hanno fatto tanti regali a Leonardo e vengono sempre i dottori di Pediatria a sincerarsi delle condizioni del bimbo, ricoverato in Chirurgia. Manca del materiale di lavoro per loro, ma si adoperano benissimo e gentilmente. Siamo felici di avere scelto di venire a Vibo Valentia perché se avessimo perso altro tempo o fossimo andati in un altro ospedale, Leonardo non ce l’avrebbe fatta. Grazie – ha concluso B.R. – al Primario Zappia, a tutti i medici, gli infermieri, le signore delle pulizie e i ragazzi addetti ai pasti. Abbiamo trovato casa, amici, famiglia, adesso lontani da noi. In una terra così bella nostro figlio è stato salvato, curato, coccolato».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE