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La sede Asp di Vibo Valentia

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Nelle ultime settimane si registra una crescita dei casi di Covid a Vibo Valentia e in provincia, l’Asp reagisce e aumenta i posti letto

VIBO VALENTIA – Il Covid, ormai è accertato, torna a correre anche in Italia come in tutto il mondo. E il Vibonese non fa certo eccezione. Da qualche settimana nella provincia si registra infatti un sensibile aumento dei casi, il che ha indotto l’azienda sanitaria a correre subito ai ripari. Nei giorni scorsi i posti letto sono stati raddoppiati, da quattro ad otto, e in alcuni reparti ospedalieri è stato reintrodotto l’obbligo di indossare le mascherine ma è molto probabile che presto venga esteso all’intero nosocomio.

Tra la gente, così come tra i sanitari, sta tornando seriamente la paura del Covid e degli effetti che il diffondersi del virus nelle sue attuali varianti potrebbe avere sulle nostre attività quotidiane. Il pensiero naturalmente va a quei due anni “maledetti”, quando la gente ha dovuto vivere, giocoforza, in segregazione.

Al riguardo però diciamo subito che, allo stato, almeno qui da noi questo timore non ha ragione di esistere. Il virus circola maggiormente, i casi stanno aumentando ma allo stato non sembra che nel Vibonese si registrino casi gravi. L’aumento, che pare si aggiri sul 40%, (a livello nazionale è al 44) è spiegato dai sanitari anche col grande afflusso estivo di turisti: «È evidente, infatti, che quanto maggiori sono le presenze sul territorio tanto più velocemente il virus circola».

Facile pensare che i casi aumenteranno ancora di più: come si diceva, infatti, tra due giorni in Calabria riapriranno le scuole ed una massa ingente di studenti tornerà tra i banchi, facilitando ancora di più la diffusione del virus. Qual è, comunque, la situazione ospedaliera? Come si attrezza l’Asp a fronteggiare eventuali (sempre possibili) emergenze? Prendiamo il pronto soccorso, la prima “stazione” alla quale arrivano i pazienti. Quelli con Covid conclamato, che però non presentano segni di gravità, vengono avviati al reparto Covid, allocato nell’edificio di Malattie infettive.

Come detto, per disposizione di Michelangelo Miceli, direttore sanitario del nosocomio, i posti letto sono passati da quattro ad otto e, allo stato, risultano tutti occupati. Domanda: cosa fare se il flusso di pazienti dovesse continuare ad aumentare? Bisognerà forse trasferirli altrove? «No, qui allo Jazzolino abbiamo la possibilità di attivare ulteriori posti in altri reparti, come avvenne all’epoca dell’emergenza. Insomma, siamo in grado di fronteggiare la situazione».

Cosa avviene però quando arriva al pronto soccorso un paziente Covid in condizioni gravi? Lo Jazzolino, al momento, non è attrezzato per simili evenienze sicché, dopo le prime cure, l’interessato viene immediatamente avviato in ambulanza verso Catanzaro o altre strutture regionali in grado di far fronte all’emergenza. Per fortuna, a quanto è stato è possibile apprendere, finora di casi simili non se ne sono presentati, o sono stati pochissimi anche se non si può escludere una loro recrudescenza.

Quanto alla prevenzione, su ordine del direttore Miceli, in alcuni reparti (con presenza di infettati) ristabilito l’obbligo di indossare le mascherine. L’interessato ha però ventilato la possibilità che, permanendo il trend di crescita dei contagi, tale obbligo venga generalizzato a chiunque entri per qualsiasi motivo in ospedale.

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