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Ambulanza

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Un ciclista ha dovuto attendere un’ora prima dell’arrivo dell’ambulanza da Lamezia, indisponibili i mezzi in provincia di Vibo. Duro l’attacco di Saverio Ferrari, delegato Sindacato dei medici italiani.


VIBO VALENTIA – «In tutta la Calabria, a dispetto delle ambulanze che hanno sfilato qualche mese addietro davanti la cittadella regionale, c’è una penuria di mezzi. Quest’ultima vicenda rappresenta in maniera plastica la situazione. Ma non è solo questo il problema. C’è una grave carenza di medici perché non ha senso acquistare veicoli per l’emergenza-urgenza quando non c’è il personale che vi può operare». Non usa mezzi termini il delegato catanzarese del Sindacato Medici Italiani, Saverio Ferrari, per commentare la situazione prendendo spunto dall’incidente, avvenuto ieri pomeriggio a Vibo Marina, occorso ad un ciclista che ha dovuto attendere quasi un’ora prima dell’arrivo dell’ambulanza, giunta addirittura da Lamezia Terme. In quanto quelle del Vibonese erano tutte impegnate in altri interventi oppure non medicalizzate. Per essere poi trasferito il ciclista presso l’ospedale di Catanzaro dove gli è stato riscontrato un trauma cranico.

Il problema è, a giudizio dell’interessato, di carattere gestionale. «Si continuano a comprare autobus senza che vi siano passeggeri – afferma facendo ricorso ad un parallelismo –. Si parcheggiano per poi utilizzarli all’occorrenza, solo che a quel punto saranno obsoleti, anche tecnologicamente. È una follia gestionale – aggiunge –. Basta infatti dire che per un incidente verificatosi a Vibo si è reso necessario l’intervento di un equipaggio proveniente da una città sita a 50 chilometri. Il che significa arrivare sul punto prestabilito dopo circa un’ora. E in questo caso era Vibo Marina. Se fosse stato Tropea ci sarebbero voluti almeno 90 minuti. Un tempo inaccettabile».

 Che, poi, per Ferrari c’è anche un secondo aspetto da tenere in considerazione. «Quando si verificano simili situazioni, giustamente la gente non conosce il motivo del ritardo e quindi il personale operante è costretto a subire anche gli improperi. Vai a spiegare alle persone che il mezzo arriva da un’altra postazione o addirittura da fuori provincia. Comprensibilmente chi ha necessità di un soccorso si aspetta una risposta in tempi brevi, quanto meno ragionevoli». Ma a ben vedere gli aspetti da tenere presente in una simile situazione sono tre.
È sempre il delegato del Smi ad illustrarlo facendo riferimento proprio all’ultimo episodio. «Il mezzo impiegato l’altro giorno ha effettuato, tra viaggio di andata, presa in carico del paziente, e ritorno con destinazione finale Catanzaro, un intervento complessivo di circa tre ore e ciò sta a significare che per tutto quel tempo ha lasciato scoperto un territorio». E – chiediamo – se si fosse reso necessario un altro soccorso nell’area lametina? «A quel punto – ha concluso Ferrari – in caso di altri mezzi già occupati, sarebbe dovuta intervenire un’ambulanza dal primo presidio disponibile, dal Catanzarese o dal Cosentino…». Insomma, la coperta è sempre corta e ciò non è per nulla incoraggiante.

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