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Antonio Lo Schiavo

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Comunali a Vibo, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo si rivolge a Pd e M5S per riaprire le trattative perché «nessuno è autosufficiente»

UN appello agli alleati a trovare compattezza, senza la quale si andrà incontro alla disfatta, ed allargare il perimetro dello schieramento guardando al centro. Ma prima di tutto bisogna abbassare i toni, esaurire le contrapposizioni e lavorare, lavorare, lavorare anche contro chi ha cercato di minare la stabilità della coalizione. Nessuno può e deve imporre decisioni all’altro perché a quel punto il destino è segnato: la sconfitta inesorabile e la fine ingloriosa dell’esperienza progressista.

Usa il proprio canale social Antonio Lo Schiavo per affrontare la questione delle Comunali della primavera 2024 e si rivolge a Partito democratico e Movimento 5 Stelle – visto che Consoli ha abbandonato la nave chiedendo di superare gli steccati e le ricucire lacerazioni provocate spesso “senza senso” perché l’opportunità di governare la città è ancora in piedi. Si veste del ruolo di censore, il consigliere regionale evidenziando che “ogni intervento che personalizza lo scontro politico serve solo a dividere un campo che ha necessità invece di trovare elementi di unità”, e che “è sbagliato affrontare la discussione ponendo davanti ad ogni cosa le logiche di appartenenza ai partiti”.

COMUNALI VIBO, LO SCHIAVO: «RIAPRIRE IL TAVOLO DEL CENTROSINISTRA»

Un errore strategico il fatto che si focalizzi l’attenzione più sulle divisioni del fronte progressista che «sul fallimento della destra che fino ad oggi ha governato una città, in cui è palese il segno di rassegnazione dei suoi abitanti, e che molto probabilmente non avrà i numeri per terminare la consiliatura». La legge dell’alternanza, almeno da quasi 20 anni non alberga al Comune di Vibo. Per ripristinarla Lo Schiavo sta lavorando chiedendo lucidità, equilibrio e moderazione agli alleati e a quanti si vogliono approcciare a questa porzione del firmamento politico.

Il consigliere ha ricordato al riguardo di aver cercato di “smussare gli angoli dei due maggiori partiti” sulle appartenenze politiche per via di una circostanza non di poco conto, vale a dire la presenza – in contemporanea con le amministrative – delle elezioni politiche; l’obiettivo è quindi quello di evitare che ciascun partito sia maggiormente tentato a rafforzare il proprio simbolo anziché ragionare su come vincere la competizione al Comune. Mi interessa che tanto il Pd che l’M5S nonché tutte le forze politiche progressiste, della società civile e dell’associazionismo che vogliono un cambiamento della vita cittadina possano trovare punti di condivisione di un programma elettorale”.

IL CANDIDATO SINDACO “DEVE ESSERE LA SINTESI DEL PROGETTO”

Ovviamente, è più facile a dirsi che non a farsi, tuttavia il promotore del tavolo progressista è fiducioso così come lo è sulla figura del candidato sindaco “che dovrà essere la sintesi di questo progetto”. E su questo aspetto, Lo Schiavo ha rivendicato la sua battaglia di partire prima dai programmi per poi arrivare gradualmente ad una scelta condivisa del “primus inter pares”. Passaggi che però non sono stati fatti, un passaggio è stato fatto da Lo Schiavo anche verso i rappresentanti istituzionali dei due partiti che “avevano il compito di fare da guida a questo processo politico”.

L’appello, che poi suona più come un monito, agli alleati il consigliere regionale lo fa quando dice di non essere pessimista nonostante le difficoltà e la presenza di qualcuno che “ha voluto picconare la coalizione pensando che forse non avesse alcuna utilità” e quando rileva che “con le frammentazioni, pur mettendo in campo le migliori candidati possibili, finiremmo per fare il gioco della destra. Nessuno è autosufficiente. Bisogna quindi ripartire riazzerando una impostazione sbagliata messa in atto fino a questo momento, riannodare i fili di un percorso che si è interrotto perché non c’è alternativa allo stare insieme».

“NESSUNO PUÒ IMPORRE IL CANDIDATO SINDACO”

Lo Schiavo ribadisce che «nessuno può imporre il candidato a sindaco, quando vi è una coalizione con sensibilità diverse bisogna avere l’equilibrio e la moderazione per capire che non si può prevaricare qualcosa a qualcuno. Bisogna quindi ritornare a sedersi e ragionare in maniera collettiva, ampia e partecipata nella costruzione di un cantiere di un laboratorio aperto che sfidi le forze che guidano l’ente locale”.

Ma aperto a chi? E sul punto Lo Schiavo è chiaro: Nessun vincolo ideologico ma è chiaro che dei paletti debbano esserci e uno di questi è che chi governa oggi questa amministrazione «difficilmente potrà rappresentare un progetto di cambiamento per la città di Vibo. È ovvio che il perimetro sia delimitato alle forze che non si intravedano in questa maggioranza e nelle forze politiche che la sostengono».

«Pertanto, qualunque sforzo che miri ad ampliare il campo va colto in termini positivi. I tavoli regionali o nazionali, infine, devono confrontarsi con le energie sul territorio. Per cui possono anche intervenire i loro vertici ma la partita vera e le scelte vere vanno fatte dal basso», ha concluso il consigliere regionale. La posizione “non cambia” e attende “ora dagli altri un segnale che vada nella direzione di accoglimento di questo invito e tornare a sedersi al tavolo della coalizione. Allargato a chi vuole partecipare ad un percorso condiviso, democratico, di scelta di un cambiamento per Vibo”.

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