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Riccardo Tucci

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Comunali Vibo 2024, il M5S punta su Domenico Santoro, per il deputato Riccardo Tucci, l’M5S ha la precedenza sull’aspirante sindaco, appello alla coalizione: «Abbandonino gli egoismi di partito»

VIBO VALENTIA – Tutti mettano da parte gli egoismi di partito; il nome del candidato sindaco da cui partire spetta al M5S ed è quello di Domenico Santoro; disponibilità a discutere su un altro nome ma che sia superpartes.

COMUNALI VIBO RICCARDO TUCCI LANCIA SANTORO

Sono, questi, i tre capisaldi dai quali il M5S non intende discostarsi e ad illustrarli è il deputato Riccardo Tucci in questa intervista rilasciata al Quotidiano del Sud in cui fa il punto della situazione sulle trattative che stanno impegnando il fronte progressista. Trattative non semplici, come stiamo scrivendo in questi giorni, ma neanche impossibili. Tuttavia la scadenza della primavera 2024 per le elezioni comunali a Vibo pur sembrando ancora lontana non lo è poi così tanto.

Onorevole Tucci, le differenze all’interno della coalizione persistono. È a rischio l’alleanza?

«Intanto voglio precisare che al momento c’è un tavolo di confronto che sta lavorando che per mettere in piedi una coalizione e che ci ha trovati d’accordo su molti punti, ma al momento non c’è una coalizione ufficiale. Quindi, tecnicamente non c’è un rischio per l’alleanza».

Però ci sono disaccordi.

«Indubbiamente. Ci sono su alcuni metodi e su alcune scelte, in particolare, è inutile negarlo, su quella dell’individuazione del candidato sindaco».

Ecco, voi 5 Stelle avete chiuso alle primarie. E su altri aspetti non sembra siate disposti ad aperture. Continuate ad essere il partito del “No”?

«Forse questa domanda andrebbe posta ad un altro partito, perché noi posizioni fisse non ne abbiamo. Anzi, abbiamo portato delle proposte mentre non ne sono arrivate alternative da altre parti se non quelle “storiche”. Quindi, credo che altri siano fermi sulle proprie posizioni. Noi siamo aperti a qualsiasi scenario, non ci siamo fossilizzati sulle nostre idee, ma ci siamo trovati di fronte a delle forzature dalle quali sono scaturite le nostre risposte che avevamo tra l’altro messo in chiaro in passato, ad esempio chiudendo sin da subito alle primarie».

Lei però ha portato la proposta all’assemblea degli iscritti M5S. Quindi era favorevole o un passaggio dovuto?

«Certamente un passaggio dovuto nei confronti dell’assemblea alla quale ho spiegato quali fossero i rischi e i benefici e il responso di quest’ultima è stato un “no” secco e unanime».

E adesso, considerando che le posizioni continuano ad essere distanti, cosa succederà?

«Guardi, a mio avviso non sono così distanti come si pensa, c’è solo da capire se c’è la volontà di mettere da parte gli egoismi di partito che in qualche modo hanno reso le cose apparentemente più complicate. C’è l’obbligo di trovare un metodo per l’individuazione del candidato sindaco. Noi abbiamo avanzato la nostra proposta sulla quale nessuno si è espresso negativamente; da parte sua, il Pd ha proposto lo scenario delle primarie che per noi, come detto, è irricevibile. Nel caso in cui la nostra proposta non dovesse trovare consensi, ci rimetteremo al lavoro per trovarne una nuova, fermo restando che ci devono essere dei punti fissi: uno è quello degli egoismi di partito da riporre, e la seconda è evitare di arrivare su posizioni già precostituite».

Ma secondo lei, gli alleati hanno realmente capito che le divisioni vi porteranno ad una sconfitta certa? Perché nessuno di voi da solo può sperare di andare neanche al ballottaggio. Figuriamoci vincere.

«Certamente, lo sanno bene tutti i componenti del tavolo, anche perché andando separati non ci sarà un candidato sindaco, ma un candidato consigliere di minoranza, sia se hai fatto due anni di campagna elettorale o due mesi. E allora bisogna alzare l’asticella e lottare per posizioni molto più importanti rinunciando, e non mi stancherò mai di dirlo, agli egoismi di partito».

A questo punto le chiedo: l’annuncio urbi et orbi del Pd sul nome di Enzo Romeo vi ha colti in contropiede?

«Non direi, più che altro mi ha sorpreso il metodo utilizzato. Al tavolo che si era svolto poco prima eravamo rimasti che avremmo portato una rosa di nomi, e il segretario del Pd, in quel momento, aveva posto l’attenzione sulla possibilità che le indiscrezioni sarebbero potute uscire sulla stampa. Ne abbiamo preso atto, salvo poi apprendere che avevano annunciato il loro candidato a favor di telecamere. Tale atteggiamento mi ha particolarmente infastidito perché si è approfittato dei giornali per pompare il proprio uomo. Per carità, è tutto legittimo ma in questo modo si è venuti meno alle regole che ci eravamo imposti al tavolo».

Il Pd punta anche sul fatto che Romeo sta facendo campagna elettorale da due anni a questa parte e che quindi è avvantaggiato in tal senso.

«Se dovesse valere questa condizione, allora mi candiderò a sindaco il giorno dopo le elezioni così ho potrò vantare 5 anni di campagna elettorale e tutti gli altri mi dovranno appoggiare. Insomma, non è che chi parte prima per forza deve avere la meglio, ma queste sono tutte questioni interne al loro partito. Quel che voglio dire è che non è il tempo in cui ci si candida che fa la differenza in campagna elettorale, anche perché se da un lato è vero che in quel caso hai più possibilità per farti conoscere dall’altro non vuol dire che sarai automaticamente votato».

Comito è il vostro candidato? Ormai il nome è uscito sulla stampa quindi non si corre più il rischio di bruciarlo, né voi avete smentito tale ipotesi.

«Allora, mi preme mettere in chiaro una cosa: l’assemblea del M5S mi ha dato, all’unanimità, un chiaro mandato indicando il nostro candidato sindaco in Domenico Santoro. Non c’è altra discussione. E se l’aspirante primo cittadino dovrà spettare ad uno dei partiti componenti la coalizione il primo nome sul quale si dovrà discutere sarà quello del M5S e non del Partito democratico».

Onorevole Tucci, su Santoro però ci sarà da convincere gli alleati nella corsa alle Comunali di Vibo.

«E gli argomenti ci sono. Intanto è capogruppo uscente del M5S in consiglio comunale e quindi con una esperienza di 5 anni. In secondo luogo, Santoro è espressione della forza politica di minoranza che alle ultime elezioni amministrative ha preso il maggior numero di voti, anche più del Pd. Infine, il suo partito di riferimento è risultato il primo in città alle ultime Politiche».

Tuttavia, da un lato puntate su una persona anagraficamente grande, con esperienza sia politica che consiliare, dall’altro però, come detto, non avete smentito le voci su una figura che ha caratteristiche completamente differenti e che proporreste nel caso in cui il nome di Santoro non dovesse passare come candidato alle comunali di Vibo, insomma, da un opposto all’altro, Onorevole Tucci questo non può essere visto come una incoerenza?

«Io dico che si parte da Santoro e si deve finire con lui. Se dovesse esserci un veto, intanto mi aspetterei motivazioni concrete e oggettive. Ma io non ho mai detto “esiste solo Santoro” ma che si deve partire da lui. Qualora, poi, le motivazioni sul veto nei suoi confronti dovessero essere convincenti allora si potrebbe ragionare su altri nomi e siamo aperti ad eventuali figure superpartes ma sempre se si mettono da parte gli egoismi di partito.
Se poi questo nuovo nome dovesse essere quello individuato dagli organi di stampa, io, e quindi parlo a titolo personale, avrei serie difficoltà a dire di “no” perché rappresenterebbe una svolta nel modo di concepire l’attività politica cittadina anche rispetto a quella che abbiamo svolto negli ultimi anni. Quindi nessuna incoerenza. Ad ogni modo, ribadisco, siamo disponibili a ragionare su una figura che però deve essere superpartes. Ma, come detto prima, si parte da Santoro».

Qui, però, continuando a discutere su Santoro o chi per lui, il tempo passa, per evitare il “rompete le righe” alle comunali di Vibo 2024, onorevole Tucci, quale deve essere il termine ultimo per arrivare ad una decisione?

«Per come la vedo, bisognava giungere ad una sintesi già il mese scorso. Tuttavia, comprendo che a volte le trattative, specie di questa valenza, non contemplano delle scadenze fisse. Detto ciò, per fare operazioni concrete senza sforare il termine ultimo è entro novembre».

In quel caso assisteremo ad un rimpallo di responsabilità su chi ha fatto naufragare il tavolo.

«Si aprirebbe uno scenario completamente diverso e potrebbe succedere qualsiasi cosa, ma non credo proprio che si arriverà a quel punto».

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