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I lavori in piazza Italia

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Ancora polemiche a Mileto riguardo la realizzazione di un palco stabile in piazza Italia, promossa una petizione per chiederne la rimozione

MILETO (VIBO VALENTIA) – Nasce un comitato civico per dire no alla nuova Piazza Italia. I lavori di ristrutturazione e rifacimento di una delle principali piazze della città normanna diventano un caso per il sindaco di Mileto, Salvatore Fortunato Giordano, che ora si ritrova con una iniziativa che parte da Giuseppe Calzone e coinvolge una decina di altri cittadini tesa a mettere in discussione il progetto finale della piazza.

Calzone, avvocato con un passato da attivista politico, amministratore pubblico e volontario nel mondo della cultura e del sociale, si fa portavoce di una sentimento di disapprovazione di alcuni aspetti del progetto della nuova piazza. Già in passato aveva diffuso alla stampa un duro atto d’accusa contro i lavori in corso sulla piazza e in particolare contro la realizzazione di un palco stabile su un lato della piazza che poggia su un basamento in muratore non removibile. Adesso il gruppo di cittadini che fa capo a Calzone ha prodotto una pubblica sottoscrizione a sostegno di una missiva inviata alla Deputazione di storia patria per la Calabria e allo stesso sindaco Giordano.

MILETO, PER CALZONE E SOCI IL PALCO PIAZZA ITALIA È «UN INGOMBRO DELLA SPAZIO PUBBLICO»

Nella missiva Calzone e i sottoscrittori ritengono il palco in via di realizzazione «un ingombro dello spazio pubblico» che «incide sulla fruibilità collettiva della piazza la cui destinazione è quella di un luogo di incontro, confronto e confluenza di cittadini per l’esercizio del diritto costituzionale di riunione». Ripercorrendo la genesi di Piazza Italia, appartenente al progetto originario della città post terremoto del 1783, nella lettera Calzone e i sostenitori dell’iniziativa definiscono piazza Italia «elemento identitario della cittadina» e pertanto sostengono che «deve essere preservato da interventi che ne modificano la morfologia costituita non solo da piano calpestabile ma anche dalle vie laterali e dagli edifici che la delimitano».

In conclusione per i firmatari della petizione è necessario «tutelare un bene storico, espressione dell’urbanistica di fine settecento». Per farlo la richiesta al sindaco è di approvare una variante in corso d’opera che preveda l’eliminazione del palco. Fuori dall’istanza poi Calzone si chiede anche se «l’amministrazione abbia chiesto o meno il parere della Sovrintendenza ai beni architettonici e ambientali sul progetto del palco stabile in piazza e se questa lo abbia dato trattandosi di intervenire all’interno di un centro storico». La scelta di rivolgersi alla deputazione di Storia patria nasce dalla considerazione che «ha l’alta tutela del patrimonio storico ed artistico della regione».

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