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Il sindaco Salvatore Fortunato Giordano con il commissario Maria Bernardi e il presidente ff della Regione Nino Spirlì

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La decisione dell’Asp di Vibo Valentia di trasferire dal capoluogo di provincia alla vicina Mileto il Centro di Salute mentale ha di fatto scatenato la polemica con la Cgil (in particolare la Funzione Pubblica Cgil) che negli scorsi giorni è intervenuta stigmatizzando la decisione dell’Asp e il sindaco di Mileto, Salvatore Fortunato Giordano, che non ha perso tempo nel rispedire al mittente dubbi e perplessità.

Il sindacato aveva espresso la convinzione che «tali strutture (che si rivolgono a soggetti i cui bisogni derivano da incapacità o difetti gravi nello stabilire validi rapporti interpersonali e sociali) dovrebbero trovare la loro naturale collocazione nel normale contesto residenziale urbano, per favorire i processi di socializzazione e l’utilizzo di spazi ed attività per il tempo libero esistenti nella comunità; strutture dunque che devono essere viste non come spazio alternativo all’esterno, ma come spazio da cui transitare verso l’esterno, e nel quale trovare supporto e integrazione con la comunità».

Una considerazione che veniva poi approfondita con l’attacco vero e proprio in base al quale «l’ubicazione periferica del CSM non fa altro che “psichiatrizzare” e marginalizzare la persona e delineare “paletti” fra un noi e un loro», con la presunta aggravante, per i familiari, della «difficoltà di raggiungere la sede di Mileto con i mezzi pubblici».

La replica del sindaco di Mileto Salvatore Fortunato Giordano

Dal canto suo il primo cittadino di Mileto, Salvatore Fortunato Giordano, dopo aver ringraziato il commissario dell’Asp di Vibo, Maria Bernardi, per la decisione, ha poi deciso di mettere i classici punti sulle i e ribattere alle accuse della Cgil.

Ribadendo che la scelta corretta «in una piccola provincia come quella di Vibo Valentia» è quella di «non centralizzare i servizi, ma distribuirli equamente sul territorio», Giordano ha ricordato «che tra l’altro, nel caso di Mileto, dista appena cinque minuti di macchina, con giornaliere corse di bus della FC e di società private e che tanti lo raggiungono anche facendo running».

Va da sé, quindi, che «questa decisione, se confermata – scrive Giordano – l’approvo in pieno perché è conforme con quanto da Noi richiesto in più occasioni, valorizzare il Poliambulatorio di Mileto, che è un bene pubblico costruito con risorse pubbliche e che quindi, alla pari degli altri plessi di competenza dell’ASP, ma anche di altre Istituzioni, deve essere tutelato e utilizzato al meglio».

Di conseguenza «si respingono alcune affermazioni, a dire il vero incredibili, circa la non centralità del sito e che queste strutture dovrebbero trovare naturale collocazione nel “normale contesto residenziale urbano”».

Per Giordano, si tratta di «frasi che obiettivamente lasciano il tempo frutto di una visione distorta della realtà, atteso che la sede del poliambulatorio è sita in pieno centro abitato e Mileto, per quel che ci riguarda, è Comune centrale della Provincia di Vibo Valentia».

Del resto basta ricordare che «Mileto è sede e residenza Vescovile e che nessun altro centro vanta tale presenza istituzionale. Vi sono gli Uffici della Curia e l’annesso Museo Statale. È presente – ha proseguito ancora Giordano – l’Opera di Natuzza Evolo che attrae migliaia di visitatori all’anno ed è conosciuta in tutto il mondo. Ha un Parco archeologico che è l’unico medievale della Calabria ove sono in corso attività di valorizzazione da parte del MIC».

Giordano ha, quindi, fatto un lungo elenco di associazioni di volontariato (Centro Maranathà, la Casa Serena, la Casa Betania, La Casa per Anziani annessa alla Fondazione Natuzza), ha ricordato la futura nascita su autorizzazione della Regione di «una RSU nei plessi della Fondazione per 330 residenti», ha ribadito la presenza delle scuole di ogni ordine e grado, dall’asilo fino alla scuola superiore, la presenza del Cantiere Musicale Internazionale di Roberto Giordano, strutture e associazioni sportive. per poi concludere con tutti gli accessi al territorio: dalla statale 18 allo svincolo autostradale, alla stazione ferroviaria.

Tutto per far capire come tutto si possa dire di Mileto, tranne che non è un centro con un “normale contesto residenziale urbano”, anzi «c’è una comunità in fermento e viva che non si abbatte e non rinuncia alla propria dignità».

Alla luce di ciò «bene ha fatto la Drssa Bernardi a pensare a Mileto per questa e spero altre iniziative che servano a redistribuire sul territorio le risorse pubbliche, valorizzando anche i piccoli centri, che a discapito di quanto si possa pensare possono offrire molto a livello di libero pensiero e di energie sane per la crescita complessiva del territorio provinciale, cui siamo fortemente legati, compreso il Nostro capoluogo di provincia» perché «siamo dalla parte del potere diffuso e non della centralizzazione inefficiente».

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