X
<
>

Il progetto del nuovo ospedale di Vibo Valentia

Condividi:
3 minuti per la lettura

VIBO VALENTIA – Una norma inserita nel Decreto del commissario ad Acta per la sanità del 12 luglio scorso nella parte dedicata ai “Nuovi Ospedali” che sorgeranno in Calabria prevede che, una volta realizzato il nuovo presidio sanitario di Vibo Valentia, tutti i posti letto dei nosocomi di Serra San Bruno e di Tropea, destinati agli ammalati acuti, saranno assorbiti e, dunque, trasferiti al suo interno.

Una circostanza che ha fatto sobbalzare dalla sedia il consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti – il quale ha subito chiesto chiarimenti al presidente della Giunta e commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto – e destinata a suscitare inevitabilmente aspre polemiche.

Cosa diranno a questo punto i combattivi comitati delle due cittadine vibonesi che si vedranno spogliare ulteriormente di servizi e posti letto? È chiaro che una simile circostanza, qualora Occhiuto confermasse i timori sollevati da Mammoliti, provocherebbe una forte presa di posizione dei sodalizi civici. Ecco perché l’esponente democrat vibonese a palazzo Campanella boccia sonoramente il documento: «Non può assolutamente essere condiviso in quanto contempla un piano di ridimensionamento e di riorganizzazione del relativo sistema sanitario che risulta fortemente penalizzante sotto il profilo dei posti letto assegnati, nonché totalmente inadeguato per le concrete caratteristiche sociali e territoriali del Vibonese. Infatti, nel primo caso, a questa provincia, vengono assegnati, in media, 2,39 posti letto per mille abitanti, una cifra che si colloca, addirittura, al di sotto della soglia dei Livelli essenziali di assistenza che prevedono, per il territorio nazionale, un minimo di 3 posti letto per mille abitanti. Sotto il secondo profilo, il documento detta una normativa che è sostanzialmente preordinata al progressivo smantellamento delle strutture ospedaliere periferiche, con ciò dimostrando di non tenere in alcuna considerazione le specifiche caratteristiche orografiche del territorio e le difficili condizioni dell’assetto viario che rendono complessi i trasporti e le comunicazioni e che, pertanto, richiederebbero, al contrario, un rafforzamento della rete ospedaliera decentralizzata al fine di consentire una più facile ed omogenea fruibilità del servizio sanitario su tutto il territorio provinciale».

E qui la denuncia di Mammoliti entra nel nocciolo della questione: «In particolare, nella parte del documento dedicata ai “Nuovi Ospedali”, è contenuta la previsione normativa secondo la quale, una volta realizzato il nuovo ospedale di Vibo, tutti i posti letto in essere in quelli di Serra e di Tropea, destinati agli ammalati acuti, saranno assorbiti e, dunque, trasferiti nel nuovo nosocomio». E le conseguenze, qualora ciò divenisse definitivo, a parere dell’esponente dem sarebbero pesanti per tutto il territorio poiché “ciò comporterà l’inevitabile perdita di molti importanti reparti (in primis medicina e chirurgia) e genererà il serio e concreto rischio di chiusura dei presidi di Serra e di Tropea.

Non c’è dubbio alcuno che i due nosocomi rivestono un ruolo fondamentale ed imprescindibile nel quadro del sistema sanitario vibonese, in quanto in loro assenza, vaste aree del territorio provinciale, quella litoranea e quella collinare-montuosa, resterebbero prive di copertura sanitaria, soprattutto a causa della loro notevole distanza dalla città di Vibo nonché a causa delle loro caratteristiche geografiche che rendono estremamente complicata la comunicazione con essa». Da qui, dunque, l’appello di Mammoliti rivolto ad Occhiuto, anche nella sua qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione, diretto, da un lato, ad eliminare, nell’immediatezza, la previsione normativa in questione, dall’altro lato, a fornire, ai presidi di Tropea e Serra, concreti strumenti per poter assolvere, alla luce di criteri di efficacia, efficienza ed economicità, la funzione loro formalmente attribuita di “Ospedali territoriali”, più precisamente, per quello del centro montano la qualifica di “Ospedale territoriale di zona disagiata».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE