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VIBO VALENTIA – La provincia di Vibo Valentia è ultima in tutti gli indicatori della sanità. Un triste primato per il territorio messo nero su bianco nel Piano dei servizi sanitari approvato dall’Asp. I numeri, difficilmente equivocabili, non lasciano infatti scampo. Ed è emblematico che la provincia di Crotone, simile per estensione e popolazione riesca ad ottenere finanziamenti anche di otto volte superiori a quelli destinati al Vibonese, il che si tramuta in maggiori e migliori risposte all’esigenza di sanità espressa dall’utenza.

Ad esempio per la sanità è stata fortemente compressa nel territorio vibonese durante i dieci anni di piano di rientro, lo è stata ancora di più per la provincia di Vibo Valentia che dal 2012 al 2017 ha visto arrivare risorse per 3 milioni di euro mentre quella di Crotone non si è discostata dai 23 milioni. Andando poi al livello massimo di finanziamento per il triennio 2022-2024, all’Asp vibonese sono stati erogati 4,5 milioni, mentre per quella della provincia pitagorica 35 milioni. Non parliamo poi delle aziende di Reggio, Catanzaro e Cosenza, le qui quote sono ovviamente superiori (rispettivamente 39 milioni, 41 milioni e 80 milioni).

Attualmente nella provincia di Vibo Valentia i dati segnalano la minore offerta di sanità territoriale: 159 posti letto (Rsa, Rsam, Recc, Cp) a fronte dei 487 di Crotone (Cosenza ne ha 1.488, Catanzaro 1069 e Reggio 535); il maggiore gap di offerta rispetto ali standard Lea (Livelli essenziali di assistenza) con un 4,6 per mille abitanti di età inferiore ai 65 anni; è inoltre l’unica provincia a non essere contrattualizzata per i letti di riabilitazione e per quelli di Residenze sanitarie. Scorrendo i dati emerge un importante fabbisogno riabilitativo annuale che non viene soddisfatto a cui si aggiunge una mancanza di continuità assistenziale che condiziona una serie di fattori: un aumento dell’incidenza di eventi cardiovascolari maggiori nei soggetti ad ictus ischemico, un aumento dell’ospedalizzazione broncopneumopatia cronica ostruttiva e di quella per scompenso cardiaco cronico rispetto agli anni precedenti.

Si segnala, poi, un importante gap tra il fabbisogno standard e la quota capitaria. I numeri anche in questo caso sono impietosi visto che riportano una riduzione media di circa il 40% rispetto alle altre province. Sì, perché il dato del fabbisogno è di 16 milioni di euro ma l’offerta è solo di un quarto (4,5 milioni); a Crotone i numeri sono i seguenti: a fronte dei 15 milioni di fabbisogno, l’offerta è di 35 milioni.

Avviandosi, dunque, alle conclusioni, dall’Azienda sanitaria vibonese si rilevano una serie di dati. In primis i bisogni assistenziali e socioassistenziali “impongono la ricerca di una risposta in termini di maggior offerta ed innovazione strategica di tipo preventivo. In tale contesto quindi, diventa importante presidiare il conseguimento di livelli quantitativi e qualitativi delle prestazioni cliniche e assistenziali adeguati alla domanda di intervento rivolta dagli assistiti all’organizzazione; la predisposizione di attività sistematiche di sviluppo organizzativo delle funzioni cliniche operato tramite l’ottimizzazione dei percorsi assistenziali resi disponibili per gli assistiti; l’erogazione di prestazioni decise sulla base di prove consistenti di efficacia e di documentati livelli di accettabilità degli stessi rispetto a esiti attesi e a connotati del processo necessario per realizzarle; e infine l’accesso alle prestazioni cliniche e assistenziali sulla base di priorità definite in rapporto al grado di severità dei quadri morbosi presentati”.

L’esercizio di questi livelli di responsabilità diventano “elementi fondanti e garanzia di questo piano di sviluppo dei servizi Lea , finalizzato al raggiungimento di due obiettivi prioritari: dare una risposta qualificata in termini di offerta sanitaria con la presa in carico è l’omogeneizzazione dei percorsi per garantire continuità assistenziale e intercettare i Lea nelle tre dimensioni al fine di consentire alla struttura commissariale l’uscita dal piano di Rientro per una gestione ordinaria che ricomponga la visione strategica integrata tra la funzione politica ed il management dipartimentale.

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