X
<
>

Il saggio di scavo con la colonna e il muro perimetrale scoperto a Mileto

Condividi:
3 minuti per la lettura

Mileto Antica riserva sorprese, la Sovrintendenza fa degli scavi per recuperare una colonna e trova i resti di un antico palazzo

MILETO (VIBO VALENTIA) – Che il parco archeologico di Mileto Antica (che ospita i ruderi della città che fu sede della corte di Ruggero I d’Altavilla dalla fine degli 50 dell’anno 1000 fino al 1101 anno della morte del Gran Conte) riservasse importanti resti storici lo si sapeva. Ma tra il saperlo e il cominciare seriamente a valorizzarlo ne passa…

Comunque, proprio come controprova dell’importanza del sito archeologico, che conserva testimonianze importanti dell’antica città abbandonata dopo il terremoto del 1783, negli scorsi giorni durante un piccolo scavo di sondaggio coordinato dalla Sovrintendenza per i beni archeologici di Reggio Calabria sono stati riportati alla luce alcuni resti di un edificio che da una prima analisi evidenziano come si possa trattare di una costruzione importante dell’antica città.

GLI SCAVI A MILETO ANTICA PER RIPORTARE ALLA LUCE UNA COLONNA

Gli archeologi hanno effettuato lo scavo lungo il tragitto che dall’antica abbazia (da Ruggero elevata a mausoleo di famiglia) portava all’episcopio e alla cattedrale. Lo scavo è diretto dall’archeologo e responsabile di zona della soprintendenza Michele Mazza, che opera con la collaborazione nelle operazioni di scavo dall’archeologo Fabio Lico.

L’intervento mirava a mettere in sicurezza ai fini della conservazione una colonna in marmo. Era un reperto di cui in realtà già si avevano notizie risalenti ad alcuni decenni fa. A tracciarne l’esistenza Giuseppe Occhiato e Filippo Bartuli. Recentemente uno smottamento ne aveva riportato alla luce una porzione e la Soprintendenza ha avviato il progetto di recupero.

Tuttavia una volta ripulita l’area è subito stato palese per gli archeologi che nella zona si trovasse molto più che la semplice colonna. Dallo scavo, infatti, è emersa anche la presenza di diversi blocchi appartenenti alle mura perimetrali di un edificio.

UN’AREA CHE OSPITAVA IMPORTANTI PALAZZI DELLA CITTÀ

Secondo le mappe antiche della città, in quella zona si trovavano diversi edifici importanti che si affacciavano sulla piazza Maggiore. Infatti, nell’area in questione trovavano posto il convento dei Frati, una chiesa e l’ospedale di San Giovanni Battista. Purtroppo non si ha a disposizione una mappa precisa e in scala della città, per cui individuare con precisione solo dai pochi resti ritrovati di cosa possa trattarsi è, al momento, impossibile, tuttavia la scoperta impone una riflessione importante.

PUNTARE SU DEGLI SCAVI IN VARIE ZONE DI MILETO ANTICA

Per anni il centro archeologico dell’area è stata l’antica abbazia. L’area ha attratto le attenzione di diversi archeologi diventando protagonista di numerose campagne di scavo fin dai primi anni del ‘900 (diretti da Paolo Orsi) e poi ancora negli anni 90 (Paolo Peduto) e nei primi anni 2000 (Francesco Cuteri). Il resto dell’area, invece a lungo è stata ignorata. Ciò anche a causa del fatto che l’attuale estensione del Parco archeologico, che comprende l’area dell’antica città, è stata raggiunta solo di recente.

Il nuovo secolo ha registrato la “riscoperta” dell’area delle lamie e dell’antica cattedrale e le sorprese durante la campagna di scavi (diretta da Francesco Cuteri) non sono mancate con gli archeologi che hanno riportato alla luce numerosi ambienti del seminario, parte della cappella San Severino e altre strutture della Cattedrale. Adesso si apre un possibile terzo fronte a meta strada tra abbazia e cattedrale che dimostra come le colline dell’antico sito possono conservare molti segnali di un passato importante e di una storia che Mileto ha il dovere di riscoprire e conservare.

Inoltre, non mancano indizi di possibili ulteriori aree importanti in cui programmare sondaggi o veri e propri scavi come ad esempio l’area dell’antica chiesa cattolica.

Spetterà adesso al sindaco Salvatore Fortunato Giordano, che ha espresso tutta la propria soddisfazione per l’importante ritrovamento, farsi promotore di un’azione seria e di ampio respiro che vada oltre il semplice sondaggio per cominciare a porre le basi per un’opera di scavo, recupero, messa in sicurezza e apertura al pubblico dell’immenso parco archeologico miletese. Che in quel caso potrebbe davvero diventare un polo d’attrazione turistica offrendo ai suoi visitatori molto di più dei pochi ruderi oggi visitabili.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE