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I partecipanti all'incontro

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IL quarto incontro della “Settimana della legalità”, iniziativa promossa dalla 3E del liceo Classico “Morelli”, con il supporto del dirigente Raffaele Suppa, del corpo docente e dei rappresentanti di istituto, ha avuto per tema il retroscena della mafia e per ospiti il magistrato, procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri e il docente di storia della mafia in California, Antonio Nicaso.

Il dirigente Suppa ha tenuto a precisare come gli studenti abbiano curato personalmente tutti i dettagli degli incontri, contattando gli ospiti e programmando un ricco calendario. Già nel 2013 Nicola Gratteri ha ricevuto dalla scuola il premio “Operatore d’oro” per il suo impegno nella tutela dei diritti contro la ’ndrangheta.

Brevi interventi anche da parte del prefetto Roberta Lulli, che si è dichiarata sorpresa dalla partecipazione dei ragazzi, spronandoli a «continuare a infondere l’orgoglio di vivere questa società che non è solo criminalità», di Franca Falduto, responsabile studenti per le consulte, orgogliosa dell’ottima organizzazione, non semplice e con personalità eccellenti, e del colonnello Bruno Capece, che ha ringraziato i ragazzi perché «da voi c’è sempre da imparare».

La studentessa Katy Biondi ha, poi, illustrato il progetto, manifesto del comportamento volenteroso dei giovani, che conoscono l’influenza della mafia ma vogliono provare a cambiare la loro terra: «Agiamo nel presente per restare qui nel futuro».

Entusiasta di essere stato contattato dagli studenti, Antonio Nicaso ha raccontato il suo impegno per fare comprendere come i calabresi non sono tutti soggetti pericolosi, come può passare dalle cronache. Essenziali sono una partecipazione alla cittadinanza attiva e denunciare comportamenti scorretti: «Nicola Gratteri ha scelto – ha spiegato Nicaso – di restare qui perché non c’è luogo migliore di quello natio. Quando nel 2005 decidemmo di scrivere libri, l’obiettivo era sfatare il vecchio mito Calabria-criminalità organizzata. Se la qualità dei giovani è alta, c’è speranza nella loro partecipazione politica, nella lotta alla mafia e in una classe dirigente che operi per il nostro bene».

L’arrivo del procuratore Nicola Gratteri ha generato nei ragazzi della 3E, che coordinano l’incontro, tante domande e curiosità, a cui il magistrato risponde con disponibilità.

Tema d’inizio la difficile situazione di attività commerciali, costrette a chiudere dopo le restrizioni anti Covid e che saranno comprate a prezzi economici, non documentando il passaggio di proprietà, in quanto la gestione sarà, secondo Gratteri, organizzata dallo ’ndraghetista riciclatore: «Sarà un problema di credibilità e immagine: se la gente vede che lo Stato non fornisce risposte in tempo non crederà in noi, anche se molto è cambiato dopo “Rinascita-Scott”. Sulla provincia di Vibo, come Procura distrettuale antimafia e circondariale, in sinergia con il bravissimo collega Camillo Falvo, da gennaio ad oggi ogni settimana eseguiamo ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip, per associazioni di stampo mafioso o adibite al traffico di stupefacenti. Un unicum in Italia che dimostra la nostra presenza».

Il magistrato ha tenuto a precisare come siano aumentati il numero degli investigatori, la qualità e l’organizzazione della procura distrettuale di Catanzaro e del tribunale, rendendo gli apparati più forti e capaci di dare risposte e risultati ma al tutto si deve unire l’impegno della popolazione per riappropriarsi della propria terra.

Samuela Russo ha chiesto, poi, cosa Gratteri risponde a chi lo accusa di manie di protagonismo: «Io ho un obiettivo importante – ha confidato il procuratore – dare tutto me stesso per il mio lavoro. Oltre fare il magistrato, svolgo volontariato, dono il sangue, vado dalla gente che ha bisogno. Tutti citano i giudici Falcone e Borsellino ma non sanno che quest’ultimo diceva di parlare ai giornali e alla televisione perché le mafie non vogliono che si racconti cos’è la ndrangheta con i cittadini che possono prendere posizione, credendo nelle forze dell’ordine».

I giovani stanno notando che oggi i cittadini mostrano più coraggio a denunciare: Vincenza Caparra ne ha domandato il motivo. Gratteri non ha mostrato dubbi, scorgendo la soluzione nelle risposte concrete di forze dell’ordine e magistratura, di cui ci si fida di più. Su questo punto è intervenuto anche Nicaso, ricordando la manifestazione a Vibo, dopo Rinascita Scott, di ringraziamento verso il lavoro svolto dai Carabinieri: «Una bella pagina di speranza e cambiamento».

Antonino Arena ha toccato il tema della legalizzazione delle droghe leggere che, secondo alcuni, avvantaggerebbe la criminalità organizzata. Per il procuratore non è così, in quanto il mancato guadagno da parte della mafia sarebbe minimo con i ragazzi che continuerebbero a comprarla in nero dai criminali.

L’incontro è terminato con i ringraziamenti del dirigente Suppa agli ospiti, in particolare all’impegno di Nicola Gratteri per liberare il territorio dalla criminalità, facendo sentire tutti più liberi e sicuri: «I giovani possono continuare a sognare. La legalità deve essere sempre coltivata, soprattutto da questa generazione, per fare crescere la Calabria, partendo dalle scuole».

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