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Il palcoscenico del nuovo teatro di Vibo Valentia

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VIBO VALENTIA – Dopo anni di attesa, la struttura che ospiterà il teatro di Vibo Valentia è stata finalmente consegnata. Ad annunciarlo è stata l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Maria Limardo, che, scortata dall’assessore ai Lavori pubblici, Giovanni Russo, e dai tecnici, ha effettuato lo scorso 11 giugno un sopralluogo.

Ciò non vuol dire, però, che il teatro sia già fruibile al pubblico, anzi: bisognerà aspettare il termine di 150 giorni fissato per il completamento dell’opera. Mancano, infatti, gli arredi, alcune rifiniture e la sistemazione delle aree esterne.

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Ma veniamo alla cronistoria della struttura. I lavori per la costruzione del teatro nel quartiere Moderata Durant sono iniziati nel 2015 (il finanziamento era stato ottenuto via Cipe dal sindaco Nicola d’Agostino) e sarebbero dovuti essere completati entro il 12 ottobre del 2016. Il 28 dicembre 2017, con una nota congiunta del direttore dei lavori e della ditta esecutrice, sono stati comunicati il rallentamento degli interventi ed il conseguente posticipo della loro ultimazione alla data del 30 aprile 2018, che erano stati motivati con delle “interferenze derivanti tra le lavorazioni interne e la sistemazione delle aree esterne presenti nell’area di cantiere”.

Il 19 dicembre 2017, invece, il Ministero dei Beni Culturali ha comunicato la liquidazione della terza tranche di finanziamento pari a 1,5 milioni di euro, mentre la somma complessiva delle opere ammonta a quasi 5,7 milioni.

Nel giugno del 2020 la Stazione unica appaltante della Provincia aveva pubblicato il bando di gara per il nuovo teatro, per 538.500 euro, relativo agli arredi interni. Si trattava di uno degli ultimi atti amministrativi che condurranno alla chiusura di una pratica in atto da oltre un lustro, da quando cioè l’amministrazione D’Agostino jr ottenne, nel maggio del 2015, prima di terminare il proprio mandato alla guida del Comune, il finanziamento dal Cipe a seguito dei progetti redatti dall’ingegnere Lorena Callisti. Questi lavori suppletivi si erano resi necessari per consentire al teatro di poter funzionare ma per eseguirli non c’erano le risorse necessarie nonostante il Ministero avesse erogato ben 5,7 milioni di euro.

Nei mesi successivi, durante l’amministrazione di Elio Costa, si è dovuto procedere ad una rilettura della documentazione progettuale, più nello specifico all’aggiornamento di alcuni elaborati che però non erano andati a modificare il quadro economico. Nel luglio del 2018 era emerso che il Comune di Vibo Valentia non disponesse della somma necessaria per acquistare gli arredi dell’opera.

La soluzione all’inaspettato problema prevista dall’amministrazione sarebbe quindi stata l’accensione di un mutuo da 655mila euro che aveva suscitato i duri attacchi al sindaco da parte delle opposizioni, da Lo Schiavo al Pd, con Giovanni Russo (attuale assessore ai Lavori pubblici) e il collega Pasquale Contartese; finanche Fratelli d’Italia, che sosteneva l’amministrazione, si era dimostrata molto critica, perché si sosteneva che fosse una pratica che avrebbe influito sulle tasche dei cittadini e poi perché le priorità per la città fossero altre.

Elio Costa aveva replicato affermando che la normativa sull’accensione dei mutui fosse «riferita esclusivamente alla capacità di indebitamento dell’Ente ed alla sostenibilità finanziaria di pagare le rate» e che in realtà, «il debito già stato inserito nel bilancio di previsione 2018-2020 e segnatamente per l’annualità 2019, quando cioè sarebbe stato possibile prevedere che il debito sarebbe divenuto certo, liquido ed esigibile».

Successivamente, a seguito della diffida pervenuta dalla Regione il 5 giugno, l’amministrazione comunale aveva chiesto la transazione per la rateizzazione del debito, poi accordato con conseguente riconoscimento del debito fuori bilancio. Quindi, nell’ottobre successivo, la Cassa Depositi e Prestiti aveva dato l’assenso al mutuo per “l’esecuzione dei lavori complementari” ma vincolato all’emissione di una nuova determina dirigenziale in quanto quella precedente presentava alcune inesattezze. In altri termini, la Cassa Depositi e Prestiti avrebbe rilevato che il Comune non potesse contrarre il mutuo. Serviva, infatti, una variazione di bilancio e così era stato adottato un nuovo atto per richiedere il mutuo.

E intanto i tempi di apertura continuavano slittare: dal 2016 al 2020. L’assessore Russo, che ha seguito l’iter dal 2019, aveva annunciato che, una volta superati i ritardi dovuti anche alla carenza di organico negli uffici, sarebbe stato possibile avviare la gara d’appalto per affidare i lavori di completamento. Lo scorso 11 giugno, infine, la consegna della struttura.

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