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Una giornata intensa, particolare, significativa e carica di emozioni: 30 anni fa l’omicidio di Pino Russo, il ricordo della vittima innocente di mafia

DASÀ – Una giornata forte, particolare e carica di emozioni quella organizzata dall’Associazione “Libera” nel trentesimo anniversario dall’omicidio di Pino Russo. Giornata che ha visto “diverse istituzioni insieme in un momento di Memoria” così come è stato sottolineato nell’introdurre l’incontro con i ragazzi delle terze medie (dei comuni di Acquaro, Dasà, Arena e Dinami) facenti parte dell’Istituto Comprensivo “G. D’Antona”.

Oltre ai rappresentati appunto di “Libera” di cui fa parte Matteo, fratello di Pino, erano presenti i genitori Orlando e Teresa, i sindaci Raffaele Scaturchio (Dasà), Antonino Schinella (Arena) e Antonino Di Bella (Dinami). Ma anche il dirigente scolastico Concetta Perri; i vari vertici dell’Arma dei Carabinieri a partire dal comandante della stazione di Arena mar. Valerio Oriti, il comandante della Compagnia di Serra San Bruno cap. Francesco Conigliaro e il comandante provinciale col. Luca Toti.

IL RICORDO DI PINO RUSSO A 30 DALLA MORTE

Dopo un breve video in cui sono scorse le immagini della Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie del 2018 si sono registrati i vari interventi a partire al sindaco di Dasà che ha ospitato l’iniziativa nei locali della biblioteca comunale. «Sono emozionato ma nello stesso tempo felice di ricordare Pino qua poiché il suo ricordo mi è rimasto dentro. Avevo 8 anni quando è stato ucciso ma ricordo che mi prendeva per mano e mi portava al bar».

Scaturchio ha poi rivolto un monito ai giovani affinchè possano proseguire nella legalità e nella trasparenza. Con l’occasione ha anche annunciato che «come amministrazione abbiamo deciso di intitolare questa sala conferenze alle vittime innocenti delle mafie. Non possiamo intitolare tutta la struttura – ha concluso – poiché già intitolata a uno scrittore dasaese». Un bellissimo segnale quello di intitolare edifici, strade e piazze per mantenere viva la memoria hanno sottolineato i rappresentati di Libera. Per il primo cittadino di Arena «è una giornata di festa. Perché festeggiamo un piccolo grande eroe che in un periodo in cui si sentiva l’oppressione della ‘ndrangheta ha avuto il coraggio di ribellarsi e far trionfare l’amore incondizionato. Anche a costo di pagare con la vita».

L’INCONTRO TRA GLI STUDENTI E IL COLONNELLO TOTI

Per la dirigente Concetta Perri l’iniziativa «rappresenta un modo di aggregarci e onorare la memoria di chi è stato strappato alla famiglia solo perché voleva essere libero. La scuola – ha poi concluso – a queste manifestazioni c’è e queste cose dobbiamo dircele ad alta voce senza timore».

Molto incisivo per i ragazzi l’intervento del colonnello Toti che ha voluto raccontare la sua esperienza di servizio nel quartiere Scampia di Napoli dove in quel periodo (2005) si sono susseguiti diversi omicidi di vittime innocenti di mafia e in particolare di una ragazza di 21 anni. «Mi sono arruolato a 16 anni subito dopo gli attentati a Falcone e Borsellino – ha affermato -. Oggi stiamo facendo antimafia. Stiamo combattendo la mafia perché questa lotta – ha incalzato – non si fa solo con gli arresti e le grandi retate. Ma, anche e soprattutto, con la testa, l’impegno civico e con il comportamento di onesti cittadini. Abbiate il coraggio delle vostre idee – ha poi concluso – e di denunciare le cose che non vanno se vogliamo cambiare questa nostra terra».

IL RICORDO DI PINO RUSSO NELLE PAROLE DEL FRATELLO MATTEO

Per Matteo Luzza, fratello più piccolo di Pino, «oggi stiamo celebrando la vita e non la morte. Sorridiamo e non vedeteci tristi anche se per me è dura nonostante i tanti incontri di questi anni ma sembra sempre la prima volta». Un lungo intervento quello di Matteo che ha puntato su una «memoria che sia da stimolo». Ha raccontato anche le sue esperienze in Libera incontrando diverse persone nelle carceri che hanno sbagliato, talvolta anche minorenni che non hanno avuto la consapevolezza del danno. Ricordando poi, oltre al fratello Pino, anche le altre vittime della zona (Filippo Ceravolo, Maria Chindamo, Francesco Vangeli) ha parlato di memoria collettiva per conoscere cosa la ‘ndrangheta fa nei nostri territori.

«Evitate di seguire e prendere come esempio le persone che si atteggiano per avere il vostro consenso – ha sottolineato rivolgendosi agli alunni – perché vi condurranno in cattive strade. Cerchiamo invece di costruire vita e di fare antimafia anche nei nostri piccoli gesti quotidiani». Molto emozionante l’intervento di Teresa Lochiatto, mamma di Pino, che ha cercato di trattenere le lacrime perché «non vogliamo né rattristarvi e né emozionarvi. Mio figlio è morto perché voleva essere libero. È morto perché si era innamorato di una ragazza come credo sia normale per tutti. Al cuore non si comanda». Poche parole ma cariche di emozioni.

«Vi dico solo – ha poi proseguito – di stare attenti a non cadere nelle tentazioni. Siate forti e io vi auguro di crescere in un modo migliore, di essere liberi, liberi di giocare, liberi di amare, liberi di fare le vostre scelte. Vi auguro – ha poi concluso – buona vita a tutti». A concludere gli interventi il referente regionale di “Libera” Giuseppe Borrello che ha interloquito con i ragazzi evidenziando l’impegno dell’associazione sin dalla nascita nel 1995.

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