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VIBO VALENTIA – «Siamo certi che Enzo Mobilio, là dove si trova, sarà molto contento»: è il pensiero affettuoso di Leoluca Comito e Lorenzo Esposito, presidente e vice presidente dell’associazione culturale Monteleone che quest’anno riporta in scena per le strade del centro storico di Vibo Valentia l’Opera Sacra. Fu proprio Mobilio, scomparso prematuramente nel 2019, a varare nel lontano 1992 la caratteristica rappresentazione drammaturgica della Passione di Gesù, organizzandola per molti anni in prima persona e interpretando egli stesso, e in maniera magistrale, il personaggio di Cristo. Le prove, che coinvolgono una settantina di comparse, sono iniziate già da due mesi e proseguono a ritmo serrato al piano terra di Palazzo Gagliardi. Comito ed Esposito fanno parte del nucleo storico dell’associazione Monteleone, fin dall’inizio al fianco del compianto fondatore e presidente Mobilio ed intendono, con questo loro sforzo, ricordarne la figura e l’impegno.

«L’Opera Sacra – spiegano – si è svolta regolarmente a Vibo dal 1992 al 2011, poi per problemi di vario tipo, in primis il mancato sostegno delle amministrazioni comunali del tempo, fu sospesa. Nel 2019 purtroppo Enzo venne a mancare e noi, per ricordarlo, ci eravamo mossi per riproporla. Era tutto pronto ma l’arrivo del Covid bloccò tutto. Quest’anno è la volta buona». Il ritorno dell’Opera Sacra è stato reso possibile, oltre che dall’appassionato impegno dei soci della Monteleone, dal concreto sostegno assicurato dall’amministrazione comunale (il sindaco Limardo e l’assessore Giusy Fanelli) e dalla Pro loco, col presidente Michele Catania e Peppino Mancini. Prezioso, altresì, il supporto economico di vari sponsor. Di sostegno infatti c’è parecchio bisogno, soprattutto per l’acquisto di materiali (primi fra tutti i vestiti delle comparse) e servizi quali l’impianto audio video.

La Passione vivente verrà rappresentata il 27 marzo, mercoledì santo. «La sfilata si svolgerà dalle 16 alle 18: un corteo dalla ragioneria percorrerà tutto corso Vittorio per arrivare a piazza Garibaldi, davanti a Palazzo Gagliardi. Poi ci saranno le varie scene». La prima, che ricorderà l’ultima cena di Gesù, sarà in piazza S. Leoluca. Per l’Orto degli ulivi ci si sposterà alla scalinata Versace, accanto allo Sporting club, da lì scenderemo nella piazza antistante il cinema Moderno per il processo a Gesù guidato dal sommo sacerdote Caifa. La scena successiva, il processo di Pilato, si terrà davanti alla scalinata del convitto Filangieri da dove poi partirà la Via Crucis in direzione della scalinata della Cerasarella e della chiesa di S. Anotnio. Infine la scena più drammatica, la Crocifissione, sarà ai piedi del Castello.

Un evento, dunque, abbastanza complesso la cui regia generale è curata da Totò Valenzise supportato concretamente sul campo dagli stessi Comito ed Esposito, con musiche curate dal maestro Verio Sirignano. Il personaggio principale dell’Opera sacra di Vibo, e cioè Gesù, avrà il volto e la voce di un personaggio noto al pubblico. Si tratta di Costantino Comito, attore professionista vibonese, precisamente del quartiere Affaccio, con all’attivo vari film di successo e fiction tv, con registi di fama, a cominciare da Mimmo Calopresti (“Aspromonte”). «Ho accettato volentieri l’invito degli amici Luca e Lorenzo – spiega – Riproporre l’Opera sacra è segno anche di una volontà di riappropriarsi delle proprie tradizioni. Era un obbligo morale nei confronti di Vibo e dei vibonesi tutti. Ho conosciuto questi ragazzi che sono realmente una forza della natura. E’ stato un incontro casuale ma, come spesso avviene, produttivo». Lui che lo fa per mestiere come trova le tante comparse, dal punto di vista della recitazione? «Sono tutti molto motivati. Con loro stiamo lavorando sul modo di porsi, sugli sguardi, l’abbigliamento, l’estetica complessiva. Insomma, puntiamo ad un prodotto di un certo livello, anche per onorare il ricordo di Enzo Mobilio».

A lui e a Nazzareno Esposito (anch’egli prematuramente scomparso, padre dell’attuale vice presidente Lorenzo), che furono i fondatori dell’Opera sacra un pensiero commosso: «Siamo sicuri che saranno davvero contenti per il ritorno della loro amata creatura. Ricordo ancora – aggiunge Comito – il magone che mi prese quando Nazzareno, che già stava male, mi disse: io presto non ci sarò e l’associazione resterà a te, mi raccomando, almeno una volta cercate di rifare l’Opera sacra. Davanti a lui, che mi aveva praticamente cresciuto, presi questo impegno. Per me e Lorenzo è stata dunque una missione che ora stiamo onorando».

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