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Opera Sacra a Vibo Valentia, parla la famiglia di Enzo Mobilio lo “storico” e compianto Gesù della passione vivente. Il figlio Giuseppe: «I promotori non hanno mai pensato di coinvolgere mia madre»


«L’OPERA sacra fu fondata da Enzo che oggi, però, ne prenderebbe assolutamente le distanze, per come è stata modificata rispetto a quella che lui ha portato avanti per tanti anni».
La polemica precisazione arriva dalla vedova e dal figlio di Enzo Mobilio, ideatore e principale protagonista per quasi 20 anni dell’Opera Sacra, prematuramente scomparso nel 2019. E arriva proprio all’indomani della conferenza stampa con cui l’Associazione culturale Monteleone”, anch’essa fondata da Mobilio, ha illustrato la sacra rappresentazione in programma nel pomeriggio di mercoledì 27 marzo 2024 per le vie del centro storico. Nel corso di quell’incontro nella sala consiliare del Comune hanno detto e ripetuto che l’Opera Sacra 2024 è riproposta proprio nel ricordo dello scomparso Mobilio, iconico Gesù vibonese.

Immediata ed esplicita la polemica presa di posizione dei congiunti dello scomparso. «I promotori – spiega il figlio Giuseppe – non hanno mai pensato di coinvolgere mia madre, che è stata evidentemente la persona più vicina a mio padre. Lei non avrebbe avallato le soluzioni adottate e i cambiamenti delle scene. Io invece sono stato contattato, sì, ma solo a metà febbraio. Dopo aver avviato macchina e con le prove già iniziate. Ero tornato dall’università e in quei pochi giorni in cui ci sono andato ho notato con grande disappunto tutti i cambiamenti apportati».

OPERA SACRA, LA FAMIGLIA DI ENZO MOBILIO: «NULLA A CHE VEDERE CON IL SUO PROGETTO»

Ad avviso del figlio, pertanto, il nome di Enzo Mobilio viene citato in maniera del tutto impropria. «Avevamo chiesto esplicitamente ai dirigenti della “Monteleone” di non tirare in ballo mio padre. Di non utilizzare sue foto, perché con quello che metteranno in scena la nostra famiglia non ha niente a che vedere. E invece il nome di Enzo Mobilio è stato fatto ripetutamente. Questo può indurre i cittadini a farsi un’idea sbagliata».

Una presa di distanza inequivocabile, come si vede. Però, tiene a chiarire Giuseppe Mobilio, «non vuol dire che per noi quest’anno l’Opera Sacra non debba essere rappresentata. Questo non lo vogliamo certamente. Siccome però hanno messo in mezzo mio padre, era doveroso per noi chiarire ai vibonesi che l’Opera Sacra 2024 non ha nulla a che vedere con la creatura che Enzo ha ideato e portato avanti per anni con tanto impegno ed abnegazione. Quest’anno – conclude – è andata così, il prossimo si vedrà».

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