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Salvatore Fiorillo ripercorre la vicenda del figlio Davide che oggi avrebbe compiuto 10 anni. A Piscopio un corteo per ricordare tutti i bambini morti in tenera età e poi la messa

VIBO VALENTIA – UNA storia, quella che racconta Salvatore Fiorillo, che gli appartiene totalmente, perché ha al centro la dolcissima immagine di suo figlio Davide, volato in cielo il 22 giugno 2021 in seguito ad una grave forma di leucemia.

Oggi Davide avrebbe compiuto dieci anni, e per ricordarlo, papà Salvatore e mamma Elisa, assieme al fratellino tredicenne Antonio, hanno organizzato a Piscopio un momento di preghiera che si aprirà alle 17 con un corteo che partirà dal cimitero per giungere poi alla chiesa di San Michele, dove sarà celebrata una messa in suffragio anche di tutti coloro che sono morti in tenera età.

Una vicenda, quella di Davide Fiorillo, che ha dello straordinario, per quella dimensione spirituale – oseremmo dire paradisiaca – che l’ha caratterizzata nell’ultima fase della sua esistenza, su cui si affaccia, infida e cinica, nella primavera del 2017, una spossatezza che non vuole andare via. I primi sospetti, le prime visite, i primi controlli, le prime rassicurazioni, e poi, nei primi giorni di autunno, dopo un improvviso aggravarsi del suo stato di salute, la corsa in elisoccorso al Bambin Gesù di Roma, dove gli viene diagnosticata la malattia.

IL PERCORSO DI DAVIDE FIORILLO DOPO LA SCOPERTA DELLA MALATTIA

Da quel giorno, era il 26 settembre, per lui e la sua famiglia inizia una strada in salita, destinata a durare più di quattro anni. L’ospedale romano diventa un po’ la loro seconda casa, si tenta di tutto, gli specialisti gli praticano tutte le terapie possibili, da quelle tradizionali ad altre sperimentali, a cui seguono due trapianti di midollo. I mesi e gli anni passano tra consulti, visite, colloqui, timide speranze, delusioni, momenti di sconforto, preghiere silenziose e lacrime nascoste, sensazioni di impotenza e poi di ritrovata energia.

La fede a volte sembra vacillare.

È il 19 marzo del 2021 quando i sanitari del Bambin Gesù decidono di sottoporre il piccolo ad una biopsia per verificare con maggiore certezza lo stato della malattia. All’uscita dalla sala operatoria il responso è chiaro: non c’è speranza, quello che possiamo fare è solo qualche terapia di supporto, dicono i medici. La terra sembra cedere sotto i piedi. Mamma Elisa se lo stringe al petto e cerca di rassicurarlo: «Non ti preoccupare, Davide – gli dice – Tutti abbiamo un angioletto, vedrai che il tuo ti proteggerà e ti farà guarire».

La risposta è di quelle che mai si sarebbe aspettata: «Gli angeli sono con me, mi fanno compagnia, in questa stanza ce ne sono tre, sembrano fatti di ghiaccio, giochiamo assieme, mi fanno stare bene, mi hanno promesso che staranno sempre con me, anche quando torneremo giù».

DAVIDE FIORILLO E GLI ANGELI CHE RACCONTAVA DI AVERE ACCANTO

E poi li descrive. «La sua descrizione – racconta papà Salvatore – corrispondeva a quella dell’angelo apparso a Fatima ai tre pastorelli, che suor Lucia aveva definito “splendente più di un cristallo”. Eppure mio figlio non aveva mai frequentato il catechismo, né la scuola, a parte qualche lezione a casa».

E, accanto agli angeli, che in seguito saranno in cinque, a fargli compagnia in quei giorni in ospedale, e a casa negli ultimi mesi, anche la Madonna, che gli appare vestita di giallo come quella venerata in Puglia al santuario di Cassano delle Murge, dove Davide volle andare con i genitori per portarle delle rose gialle. «Eppure mio figlio – continua il padre – mai aveva sentito parlare di quel santuario della Madonna degli Angeli».

Intanto, negli ultimi periodi di degenza a Roma e poi nella sua casa di Piscopio, Davide dice di vedere anche Gesù, descrivendolo «come il nostro San Michele, con i capelli cortolunghi, né corti e né lunghi». Dietro consiglio del parroco, intanto, Davide fa la prima comunione, assieme al fratello Antonio. E quel 22 giugno di un anno fa, l’ultimo per lui su questa terra, saranno ancora gli angeli a fargli compagnia. E a portarlo con sé, come gli avevano promesso.

L’ULTIMO GIORNO DI DAVIDE

«Un’ora prima che se ne andasse – conclude commosso Salvatore – era sul divano a guardare la televisione assieme al fratello e alla cuginetta Federica, io ero fuori. All’improvviso la telefonata di Antonio».

Quindi, la corsa verso casa, l’ambulanza con il motore acceso, il suo rifiuto di salire, la richiesta a tutti di uscire dalla stanza, e quelle brevi e poche parole agli angeli che dopo pochi istanti sono venuti a prendersi il loro compagno di giochi. Che dal cielo, per mamma Elisa, papà Salvatore e il piccolo Antonio, ora è una stella che brilla sulla loro strada, da percorrere con rinnovata fede e con la fondata consapevolezza di non camminare mai da soli, di averlo sempre al loro fianco. Come oggi, nel giorno del suo decimo compleanno.

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