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Gilberto Floriani

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VIBO VALENTIA – All’Iindomani della proclamazione di Vibo Capitale del Libro 2021, si respira un’aria di soddisfazione e laboriosità: c’è voglia di mettersi all’opera, c’è una nuova aria. È un segnale molto positivo: sarà un anno ricco di idee, riflessioni, buone parole; sarà un anno di libri, scrittori, editori. Il direttore del Sistema bibliotecario vibonese, Gilberto Floriani, ha una voce soddisfatta, ma che trasuda alacrità: probabilmente sta già pensando al prossimo evento da organizzare, a come fare in modo che il libro penetri nella quotidianità delle persone.

È stato tra coloro i quali hanno collaborato alla stesura del dossier: «Speravo che Vibo arrivasse tra le città finaliste, non mi aspettavo la vittoria, considerando lo spessore delle altre realtà. Tuttavia, ho capito che fosse stata scelta qualche istante prima della proclamazione, quando il Ministro ha esposto i criteri di scelta: quel dossier rispondeva perfettamente».

Gilberto Floriani è l’organizzatore di una delle più grandi kermesse culturali del Mezzogiorno: il Festival “Leggere e Scrivere”, evento che ha dato la possibilità a generazioni di studenti e non solo, di familiarizzare con i libri e conoscere i più grandi intellettuali italiani. Poter ascoltare e interloquire con filosofi del calibro di Remo Bodei, Massimo Cacciari, per un ragazzo di provincia, è stata una grande opportunità e lo sarà ancora. Nelle stanze di Palazzo Santa Chiara, sede del Sistema, e di Palazzo Gagliardi, la “casa” del “Leggere e Scrivere”, si è in parte costruita la sfida Capitale del Libro 2021.

Direttore, Vibo è Capitale del Libro 2021: una bel traguardo e anche una bella sfida. Lei è tra coloro i quali hanno collaborato alla stesura del dossier, da dove nasce questo progetto?
«Il progetto è stato presentato dall’amministrazione, voluto fortemente dal sindaco e dall’assessore Daniela Rotino. Io ho collaborato per come ho potuto, per quanto era nelle mie capacità. Dentro il dossier ci sono tante idee che abbiamo sviluppato in 20 anni, come il Festival. Il progetto è scritto sulla carta, però poi l’affidabilità è scaturita da una serie di iniziative, non solo nostre chiaramente».

Il contributo più importante che sente di aver dato, che può essere un suggerimento, una intuizione, una idea?
«Io ho messo tutto quello che era nelle mie capacità e soprattutto nella mia esperienza. Poi il Comune lo ha fatto proprio e la Commissione lo ha ben valutato. Ognuno ha giocato la sua parte, io la mia da operatore culturale».

Dove si trovava al momento della proclamazione e quale sensazione ha avuto a caldo? Si aspettava la vittoria, oppure è stato un evento completamente inaspettato?
«Io ero a casa, collegato in conferenza stampa. Devo dire che ho capito qualche attimo prima della proclamazione che Vibo avrebbe vinto, perché il Ministro ha ripetuto delle cose che erano scritte nel progetto. Allora mi sono detto: “abbiamo vinto”, ma si è trattato di attimi. È un evento che segna la centralità della nostra città, la dimostrazione che non esiste più un centro e una periferia. Ognuno può osare, se ci mette intelligenza, cultura, passione. È veramente bello che stavolta sia accaduto proprio a Vibo, città difficile, dove non è molto frequente celebrare una bella notizia».

Sarà un anno di eventi, di riflessioni, di personaggi…
«Esattamente, sarà un anno nel quale ci si potrà spendere a 360° affinché il libro entri nella vita della gente, anche di coloro i quali non ne hanno mai letto uno. Una tappa importantissima sarà l’apertura di una biblioteca a Vibo Marina, un centro grande che ha questa necessità. Ci sono dei lavori in corso».

Cosa ha in cantiere il direttore Gilberto Floriani per le prossime settimane: un evento, la presentazione di un libro?
«Intanto bisognerà organizzare un evento inaugurale per questa Capitale del Libro, con un personaggio della letteratura mondiale, adesso vedremo chi. Ci sono state già disponibilità di intellettuali del calibro di Nuccio Ordine, Vito Teti e tanti altri».

Senta, visto che ha aperto questa parentesi, quali intellettuali ha avuto modo di sentire nelle ultime 24 ore?
«Stamattina (ieri mattina, ndr) mi ha chiamato proprio Nuccio Ordine, poi Vito Teti, Filippo La Porta, Domenico Dara. Letteralmente un fiume di telefonate: tutto il mondo della cultura si è complimentato. Questo riconoscimento renderà più semplici molte cose, perché migliora l’immagine. Per esempio, per il Festival non tutti gli intellettuali si sobbarcavano la fatica di venire a Vibo; ma penso che in futuro avremo grandi presenze».

Cosa mi dice a proposito del mondo degli editori calabresi e vibonesi, visto che quest’anno parleremo molto di libri?
«L’editoria deve avere una funzione pubblica, è necessario che sappia selezionare. Se si stampano libri a pagamento, senza uno studio accurato, semplicemente non è editoria. Il libro possiede una filiera, deve andare in libreria. Quando si pubblica senza selezionare con cura, si corre un rischio. La pubblicazione di un libro è un investimento a tutti gli effetti, l’editore ci deve credere. Ma questi sono rudimenti».

Quale libro sta leggendo in questi giorni?
«Sto leggendo un libro bellissimo, è di Martin Latham. Un libro che parla… di libri».

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