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La presentazione del libro di Domenico Sorace

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MILETO (VV) – Della Calabria quasi sempre si raccontano le decisioni sbagliate e le incomprensibili omissioni.

Sabato 18 settembre, invece, di quest’incredibile regione si è parlato in un’ottica diversa, più sincera, ed al contempo più propositiva. Infatti, quel giorno, presso il parco archeologico medievale di Mileto Antica, Domenico Sorace ha presentato il suo ultimo libro, dal titolo “È tempo di felicità”.

Ha moderato l’evento Giuseppe Currà (funzionario responsabile dell’Ufficio Stampa DrM) e a dialogare con l’autore è stato Massimiliano Capalbo (imprenditore e scrittore). Non sono mancati certamente i saluti del sindaco della cittadina (Salvatore Fortunato Giordano).

Non è stato un caso che l’autore abbia scelto Mileto come cittadina in cui presentare per la prima volta il libro: oltre ad essere un luogo a cui è legato per la sua famiglia, è uno dei posti che racconta all’interno del suo libro.

«Io ho voluto che questo evento avvenisse qui – ha raccontato Domenico Sorace – soprattutto perché è necessario fare testimonianza nei luoghi “invisibili alla storia”, che devono sopravvivere ad un destino che il tempo ha voluto loro infliggere. Mileto è un posto che è stato cruciale per l’intero Sud Italia».

Ed infatti, il romanzo presentato racconta sostanzialmente due amori: il primo, assoluto, è quello nei confronti della Calabria. L’autore infatti, attraverso la storia dei due protagonisti (un ragazzo ed una ragazza che si incontrano per caso e intraprendono molte avventure), spiega cosa è successo nella regione prima e dopo il terribile terremoto del 1783. Sulla Calabria Sorace ha infatti precisato: «Questo è un posto che quel sisma ha spento e che noi non siamo stati capaci di far rinascere».

Il secondo amore, poi, è quello nato fra i due personaggi, che, nel racconto, vanno alla ricerca dei luoghi e del perché – dopo il terremoto – siano rimasti quasi sempre anonimi o, spesse volte, dimenticati. «Ho sempre pensato che il destino della nostra terra abbia avuto una matrice divisiva in quell’istante finale – ha spiegato l’autore – che è appunto il terremoto del 1783, in cui gli spazi, i volumi, i modi di vivere e di relazionarsi, e tutto ciò che mette assieme strutture materiali e immateriali quel giorno declinò. E probabilmente, come in nessun altro luogo del mondo, la Calabria non solo decadde, ma venne travolta. Se non fosse stato per quel sisma, qui ci sarebbero abbazie, conventi, monasteri e quant’altro». 

Il libro è certamente anche un monito per i giovani che fuggono via dalla Calabria, spesso con la motivazione “Vado via perché qui non c’è nulla”. «Quando mi si dice che il Calabria non c’è niente, vengo qui al parco di Mileto e trovo tutto – ha raccontato Domenico Sorace -. Io penso che la grande rivoluzione culturale di cui dobbiamo occuparci è quella di avvicinare le persone ai beni, che sono invisibili anche se ben visibili. E non si vedono perché gli occhi che non vogliono vedere non vedranno mai».

La serata si è conclusa con una notizia che l’autore ha riferito alla platea: con l’intero ricavato della serata, verrà costruita una statua per il parco archeologico di Mileto che sarà realizzata dal noto artista Antonio La Gamba.

Domenico Sorace ha spiegato, infatti, che è importante lasciare tracce nei posti dimenticati, per tentare di farli rifiorire e splendere ancora. I luoghi siamo noi. È questo che Domenico Sorace ha voluto spiegare attraverso il suo libro: amare i luoghi in cui viviamo significa amare noi stessi, e dar loro dignità significa darla a noi, ai nostri figli e alle generazioni che verranno.

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