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Sarah Barbuto

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CAMICE bianco, megafono e l’Inno di Mameli che risuona tra le corsie.

È il gesto toccante e pieno di carica compiuto da Sarah Barbuto, medico pneumologo originaria di Rombiolo, attualmente in servizio presso l’ospedale Eugenio Morelli di Sondalo in provincia di Sondrio, riconvertito dallo scorso 2 marzo ad “ospedale Covid-19”.Il video toccante pubblicato sul profilo Facebook della professionista vibonese ha emozionato i pazienti ricoverati, il personale sanitario ma non solo. A tutte le ventimila persone che in pochi giorni lo hanno visualizzato è apparso chiaro l’animo e la tenacia con cui si sta affrontando la tragica emergenza che ha colpito anche il nostro Paese.

Contattata telefonicamente, la giovane professionista ha spiegato al Quotidiano del Sud: «Non so cosa mi abbia spinta a compiere un questo gesto. Il giorno prima tutti ci stavamo lasciando prendere dalla tristezza: i pazienti a causa della lontananza dai propri affetti e per via delle tante notizie poco rassicuranti mandate in onda; noi operatori, che pur consapevoli di aver fatto più del massimo, ci rendiamo conto che in molti casi anche questo non basta. Ho deciso, pertanto, di trovare una soluzione, anche momentanea».

Pensando, quindi, al flash mob sull’Inno di Mameli promosso a livello nazionale, Sarah Barbuto ha deciso di portare con sé in ospedale un megafono, gesto accolto con gioia e condiviso dai colleghi, per dare ai pazienti un singolare buongiorno ed un messaggio di incoraggiamento: «Le emozioni che stiamo vivendo sono devastanti» racconta ancora la dottoressa originaria di Rombiolo che aggiunge: «Io sono medico da poco, ma neppure i colleghi che hanno vissuto l’hiv negli anni ’90, i tanti casi di tubercolosi, o che hanno lavorato in situazioni di emergenza in Africa, hanno mai assistito a nulla di simile, ed è davvero devastante».

Tanta la paura anche di poter portare malattie nelle proprie case nonostante persino le docce, a fine turno, vengano fatte in ospedale. Alla nostra richiesta di dare un consiglio a tutti i vibonesi risponde: «Non smettete di stare in allerta per via dei pochi casi accertati nel vibonese, anche a Sondalo inizialmente pensavamo di esser stati sfiorati dall’emergenza ma nel giro di pochissimo ci sono esplosi nelle mani più di trenta ricoveri al giorno».

 Per cui il primo consiglio è: «Rimanete a casa, fatelo realmente, per ogni famiglia esca un’unica persona e lo faccia una sola volta a settimana». Ed infine un monito rivolto a chi si informa in maniera superficiale: «Attenti alle fake news, l’unica cosa a cui ci si deve affidare in questo momento è la scienza, ai test validati e a notizie certe».

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