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“Lavoro, lavoro, lavoro. Impegno, impegno impegno teso al bene comune, quello con la B maiuscola”.
Sono queste le parole d’ordine del nuovo Questore di Avellino, dottor Luigi Botte, che questo pomeriggio ha incontrato la stampa nel suo ufficio di via Palatucci. Per rafforzare la sua idea di lavoro, il Questore prende in prestito una citazione virgiliana “Hoc opus, hic labor”, “Questo il lavoro, questa la fatica”.

“Ritorno nella mia Campania- esordisce il Questore ricordando le sue origini beneventane- e dedicare il lavoro ad una terra vicino alla mia, assume un significato ancora maggiore”.

Il dottor Botte promette passione per il proprio lavoro e soprattutto un’attività di squadra, intesa non solo all’interno delle forze di Polizia, ma allargata all’apporto di tutti, riferendosi anche alla collettività
“Un coordinamento, un raccordo operativo- argomenta- è indispensabile. Solo acquisendo la consapevolezza e la conoscenza delle dinamiche dei territori, si può contribuire in maniera positiva all’obiettivo che si intende raggiungere”.

Un lavoro che, sottolinea il Questore Botte, ha come unico faro la legge. L’attività proseguirà sulla strada già tracciata dai suoi predecessori, una strada definita “ottima”.

Infine il massimo rappresentante delle Polizia avellinese, non si sottrae a rendere un’analisi sul fenomeno delle infiltrazioni camorristiche in irpinia: “Avendo lavorato per tanti anni nella squadra mobile di Caserta, nelle continue indagini sul clan dei Casalesi ho potuto riscontrare rapporti con alcuni organizzazioni camorristiche dell’avellinese. Indirettamente, dunque, ho cognizione della criminalità in questa terra e di come regni il malaffare.
“Per combatterlo ci vuole l’opera del chirurgo- aggiunge- ma se all’intervento chirurgico non segue una terapia appropriata, perde di efficacia”. 

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