X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

Scende a 65 euro la spesa per il cenone di fine anno, con un crollo del 32% rispetto allo scorso anno soprattutto per effetto delle restrizioni imposte dalle misure anti Covid. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/ Ixè che sottolinea come la quasi totalità degli italiani (94%) consumerà il cenone nelle proprie case, per una media complessiva a tavola di meno di 4 persone (3,7) contro le 9 dello scorso anno.

Una scelta obbligata dall’istituzione della zona rossa in tutto il Paese, anche se una minoranza di 3 milioni di cittadini (6%) non rinuncerà a festeggiare da parenti o amici approfittando della possibilità di ospitare al massimo due persone non conviventi, oltre a minori sotto i 14 anni. “Le famiglie costrette a casa durante il lockdown hanno riscoperto il piacere della cucina con il 49% degli italiani che – sottolinea la Coldiretti – impegna più tempo ai fornelli rispetto al passato. Lo spumante si conferma prodotto prodotto immancabile per otto italiani su dieci (81%)”. Anche in Irpinia il rito della Vigilia cambia e il cenone diventa d’asporto.

“Noi non siamo specializzati nell’asporto – spiegano dal ristorante ‘I Forchettoni’ di Avellino – ecco perché per noi è stato più difficile reinventarci. Al momento le prenotazioni sono ancora pochine ma speriamo nell’ultimo giorno. Alla Vigilia di Natale abbiamo offerto lo stesso servizio, le richieste ci sono state ma non bastano a compensare le perdite determinate dal Covid. In molti hanno preferito fare da soli, non avendo ospiti a cena. Per l’ultimo dell’anno offriremo un cenone d’asporto con antipasto a base di seppie alla catalana, sugo alla mediterranea per la pasta, baccalà fritto e scarola al prezzo di 23 euro”.

Al ristorante Malaga sottolineano come la tradizione del cenone di asporto sia ormai consolidata “Siamo un ristorante specializzato nelle ricette a base di pesce, dall’antipasto di mare con alici marinate, cocktail di gamberi ai sughetti a base di pesce, dagli astici alle vongole e poi frittura, pesce al forno e all’acquapazza, baccalà in tortiera. Le richieste sono tante, siamo andati molto bene anche alla Vigilia ma certo la crisi si vede nella quantità delle porzioni. Se in passato ci chiedevano menù per dieci persone, oggi ce ne chiedono per tre o cinque”.

Anche al minimarket Dello Iacono si lavora molto sui piatti d’asporto “Alla Vigilia di Natale – spiega il titolare – abbiamo avuto un numero elevato di richieste, certamente superato agli anni passati per una percentuale pari al 15%. Molti hanno preferito i piatti già pronti, poichè costretti a restare soli, a causa delle restrizioni. Per un menù con antipasti, un primo e tre, quattro secondi a base di pesce e contorni la spese media è stata di 150 euro.

Per la notte di San Silvestro non si rinuncia alla scarola, all’insalata di polipo e all’insalata di rinforzo. Qualche leggero aumento c’è stato solo in relazione al prezzo del pesce. L’impressione è che la tradizione del cenone dell’ultimo dell’anno sia meno sentita e si preferisca una cena più sobria. La spesa per i prodotti alimentari tiene sempre ma il contraccolpo si è sentito. Sono calate notevolmente, ad esempio, le vendite dei cesti natalizi rispetto al 2019. Intanto, alla Mensa dei poveri si rinnova stasera il cenone d’asporto offerto dalla Caritas in collaborazione con Comunione e Liberazione.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE