X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

Riciclaggio, dalla pubblicazione dei dati ufficiali della Uif, i Quaderni dell’Antiriciclaggio, arriva la conferma che anche in Irpinia sono aumentate le operazioni sospette. Confermate le 723 operazioni sospette segnalate nel 2021 dall’Unità Economica Finanziaria della Banca d’Italia. La media è quasi di due segnalazioni al giorno, in totale 723 le operazioni sospette di riciclaggio raccolte nel 2021 dalla Uif per la provincia di Avellino. Nello specifico sono state 400 nel primo semestre e 323 nel secondo, quello per cui sono stati pubblicati i dati ufficiali lo scorso 30 marzo. Un aumento rispetto allo stesso periodo del 2020 di circa 120 segnalazioni, visto che l’anno precedente erano state 604.

Numeri in aumento in tutta la Campania, visto che a Napoli sono state 9878 (nel 2020 erano 9698) 2356 a Salerno (nel 2020 erano 1783) e 2330 a Caserta (nel 2020 erano 2261). A chiudere la classifica Benevento con 441 segnalazioni, circa sessanta in più del 2020 Un incremento significativo quello sul fronte delle segnalazioni di operazioni sospette sull’antiriciclaggio in provincia di Avellino. Un trend che è sempre più in crescita e che anche alla luce dell’intensificazione dei controlli da parte delle stesse forze dell’ordine in vista dell’arrivo dei fondi del Pnrr assume anche un particolare rilievo. E dalle attività dell’Uif, in particolare quelle riferibili alla pamdemia, arriva la conferma, pure già avanzata da alcune indagini della Procura di Avellino e della Guardia di Finanza, sull’evoluzione dell’attività illecita di riciclaggio collegata al Covid. In buona sostanza quella su cui lavorano i magistrati e le Fiamme Gialle nell’area solo frana montorese. E nel report dell’Uif viene evidenziata propri questa seconda fase: «Tra agosto 2020 e gennaio 2021 il numero di SOS riferibili agli effetti del Covid-19 si è stabilizzato.

Le anomalie riscontrate in questa fase sono state in molti casi collegate all’indebito ricorso ai benefici disciplinati dalla legislazione per fronteggiare la crisi indotta dalla pandemia. Si sono manifestate incoerenze tra spese dichiarate e attività dell’impresa coinvolta e, in generale, eccessivi importi movimentati rispetto all’ordinaria gestione d’impresa. I successivi aumenti, tra febbraio e settembre 2021, sono principalmente ascrivibili ad abusi di finanziamenti pubblici, ottenuti per effetto degli interventi di sostegno, realizzati mediante distrazione di fondi o giri su conti correnti personali rispetto a quelli beneficiari delle erogazioni». L’attenzione sui possibili utilizzi illeciti di risorse pubbliche è ora rivolta al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nella convinzione che i presidi antiriciclaggio devono continuare a rappresentare un argine fondamentale per evitare deviazioni degli interventi di sostegno verso l’economia illegale.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE