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La città riabbraccia la Vergine Addolorata dopo i due anni di pausa imposta dal Covid. Ed è una festa carica di emozione e speranza. Torna ad attraversare le strade di Avellino, nel rigoroso rispetto delle norme di sicurezza, la processione del Cristo morto e dell’Addolorata, preceduta dalla celebrazione della Passione in cattedrale, officiata dal vescovo Arturo Aiello. In prima fila il sindaco Gianluca Festa e numerosi amministratori, al suo fianco le confraternite, a partire da quella dell’Immacolata. A garantire che tutto si svolga nel rispetto delle misure di sicurezza la Misericordia, la Polizia Municipale e i Vigili del fuoco. E sono davvero tantissimi, giovani e meno giovani, famiglie e coppie, con tanto di pettorina e ceri, al seguito del Cristo morto e dell’Addolorata in un rito collettivo, del quale tutti hanno voglia di tornare a sentirsi parte.

Ad animare ogni stazione le associazioni cattoliche cittadine, dalla Gioventù francescana alla Misericordia, dal Movimento Bene Comune ai Focolari, dall’Azione Cattolica all’associazione mariana con riflessioni che ricordano le sofferenze dell’uomo di oggi e l’orrore delle guerre, a partire da quella che insanguina l’Ucraina. Il pensiero della guerra è in ogni parola che viene pronunciata, in ogni preghiera che scandisce il Venerdì santo. “Preghiamo – sottolinea il vescovo Aiello – nel corso della celebrazione perchè chi governa le comunità cerchi il bene comune e promuova una pace duratura, garantendo i diritti dei popoli, spezzando le catene. Preghiamo per i popoli dilaniati dalle atrocità perchè possano avere fine. Chiediamo a Dio di allontanare orrori e lacrime, perchè tutti possiamo essere chiamati suoi figli”.

Aiello richiama più volte nell’omelia l’immagine del giardino, “è il luogo dove Gesù si rifugia e dove possiamo rifugiarci noi stessi, un giardino interiore in cui la guerra non esiste, in cui il lupo e l’agnello dimorano insieme, dove scorre l’acqua. E’ in questo giardino che ritroviamo l’albero della croce intorno a cui gira il mondo, l’albero che redime le nostre colpe”. Ricorda, poi, il fascino di una storia come quella della Passione “che non ci stancheremmo mai di sentire”. E lo dimostra la grande partecipazione dei fedeli, tutti o quasi con mascherina, poichè il Covid non è scomparso e la gente lo sa bene. Il percorso subisce solo qualche piccola variazione, si scende lungo via Duomo, via Del Gaizo, via Amabile, via Circumvallazione, via Guarini, via Testa, via Esposito, piazza Aldo Moro, via Colombo, via de Conciliis, Corso V. Emanuele, piazza Libertà, via Nappi, piazza Amendola per poi rientrare in cattedrale. Non c’è piazza, non c’è strada, in cui i fedeli non si inginocchino di fronte alla statua dell’Addolorato.

L’emozione è forte nel rivedere scene a cui non gli avellinesi non erano più abituati, la partecipazione è quella di sempre come se non ci fosse stata nessuna pausa, come se i fedeli avessero voglia di condividere, dopo una fede vissuta a lungo in modo individuale. Colpisce, inoltre, la scelta di portare a spalla le statue, nel segno di quella che era l’antica usanza. Una celebrazione che diventa anche l’occasione per ammirare il Duomo con la facciata restaurata e libera da impalcature. Oggi si rinnoverà, alle 22, la tradizionale veglia pasquale, presieduta dal vescovo Arturo Aiello. Le messe di Pasqua si terranno in cattedrale alle 8.30, 10.30, 12.00 e 18.30.

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