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Un servizio di prenotazione di tamponi antigenici per l’effettuazione di screening su base volontaria, riservato al personale docente e non docente della scuola dell’infanzia e delle prime classi della scuola primaria, agli alunni e relativi familiari conviventi. A predisporlo l’Unità di crisi regionale in vista del possibile ritorno in presenza, a partire dal 24 novembre per gli studenti delle scuole dell’infanzia e per le prime classi della primaria, definito dall’ultima ordinanza regionale.

Per poter prenotare il tampone antigenico basterà contattare il numero verde 800 814 818, attivo a partire da ieri dalle ore 7.30 alle 19.30 per l’intera durata dello screening. Al momento della prenotazione sarà necessario fornire i propri dati anagrafici (comprensivi di cellulare ed e-mail), oltre all’istituto scolastico di appartenenza, e fornire il proprio consenso al trattamento dei dati personali. L’operatore telefonico comunicherà in tempo reale al cittadino, anche a mezzo mail, la data, l’orario e il luogo dove recarsi per effettuare il tampone antigenico, unitamente ad un numero di prenotazione da comunicare agli addetti dell’Asl di Avellino.

Il cittadino dovrà recarsi presso la postazione indicata (in foto le postazioni drive in già attivate), munito di tessera sanitaria, e nel caso di minori di tessera sanitaria del minore e del genitore/tutore che lo accompagna. A seguito dell’istituzione della Zona rossa e del conseguente blocco degli spostamenti, il cittadino che dovrà recarsi presso la postazione Drive-in, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, esibirà, oltre all’autocertificazione prevista, la convocazione ricevuta.

E se lo screening per docenti e studenti sembra mettere d’accordo tutti, il ritorno in presenza fa discutere. LE REAZIONI: TANTI DUBBI A sottolineare le proprie perplessità Salvatore Bonavita della Cisl scuola: “Abbiamo non pochi dubbi, sappiamo bene quanto sia importante per i piccoli della scuola dell’infanzia tornare a fare lezione in presenza ma il rischio è quello di vanificare i sacrifici fatti con il lockdown, favorendo di nuovo la diffusione dei contagi. Certo, lo screening è importantissimo, noi stessi abbiamo sottolineato più volte la necessità di operare in questa direzione con una convenzione con un laboratorio privato per incentivare gli iscritti a sottoporsi a tampone. Siamo convinti, però, che sia oggi più che mai la salute la priorità. Sono ancora tanti i contagi tra studenti e personale docente e l’impressione è che la decisione della Regione sia più frutto di una mediazione che non di un’effettiva analisi della situazione”.

Cauto anche Antonio D’Oria della Uil: “Se ci sono le condizioni per un ritorno in sicurezza siamo i primi a sostenere una simile scelta. Ma bisogna capire se realmente l’evoluzione del contagio consentirà il ritorno in presenza per i più piccoli. Certo, questi continui cambiamenti di orientamento da parte di governo e Regione confondono e disorientano non poco le famiglie, prima si decide la chiusura assoluta, poi si valuta un possibile ritorno in presenza. Ci vogliono buon senso e responsabilità che oggi sembrano mancare.”

E sugli screening “Non possiamo che essere favorevoli a patto che i docenti e gli alunni siano messi in condizione di sottoporsi ai tamponi senza lunghe code e attese di ore, non vogliamo che diventi un’altra fatica a cui sottoporsi in una situazione che è già causa di enorme stress”.

Altra questione è quella legata al contratto della didattica digitale “Come Uil ci siamo rifiutati di firmare il contratto, il timore è che il ricorso alla didattica a distanza possa diventare una strategia istituzionalizzata, da usare non solo in tempi di emergenza” A ribadire la necessità di maggiore chiarezza Erika Picariello della Flc Cgil scuola: “Abbiamo sempre sostenuto che la vera scuola debba essere in presenza ma lo abbiamo sostenuto finché è stato possibile. Tanto è vero che quando abbiamo constatato che la scuola dell’infanzia fosse stata abbandonata in una condizione di non sicurezza, lo abbiamo detto pubblicamente e ne abbiamo chiesta la chiusura.

L’impressione che ho, però, rispetto a questa nuova ordinanza, in un quadro generale che tenga conto del complesso di questi ultimi mesi, dalla primavera ad oggi, è che nella dialettica tra centro e periferia si stia affrontando una contesa del tutto politicista che nulla ha a che vedere con la cura nei confronti dell’istruzione pubblica statale. Infatti se così fosse stato, avremmo avuto un investimento in organici della sanità, della scuola, dei trasporti, in strutture e non ci saremmo trovati dinnanzi al contenimento del contagio tramite le chiusure.

Quindi ben venga la riapertura ma con cautela, sulla base di dati sui quali sarebbe necessaria una maggiore trasparenza, con una campagna di screening costante e non episodica, soprattutto con un intervento della ASL che sia tangibile: ad oggi sappiamo solo di telefonate di docenti per effettuare il tampone ad un numero che non rilascia risposta”.

Tanti i dubbi ancora da chiarire se è vero che resta ancora da capire quando sarà effettuato lo screening per i docenti delle classi diverse dalla prime della primaria e delle prime della secondaria di primo grado che dovrebbero rientrare il 30 novembre in presenza, compatibilmente con l’evoluzione del quadro epidemiologico.

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