X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Furono giorni, settimane e mesi di grande impegno, per fronteggiare il tentativo di scippo, ai danni dell’Irpinia. Sono stati mesi molto intensi, oltre dieci anni fa, quando si è dovuta mobilitare la migliore parte dell’Irpinia per evitare che i macchinari e le attrezzature dell’ex Ipai di Mercogliano venissero portati a Napoli, come era stato deciso. Fu la mobilitazione avviata dall’allora Corriere dell’Irpinia, oggi Quotidiano del Sud, con il direttore Gianni Festa, a sventare quello scippo. Ci furono giorni e settimane di presidio, perché ciò non avvenisse, come alla fine fu. Ma non fu facile. Fu in quegli anni che scese in campo anche Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986, che aderì alla mobilitazione, e pose la sua firma al fianco di migliaia di altre persone che sul Corriere vollero dare la loro adesione alla causa, perché la struttura di Mercogliano fosse dedicata a quello che la donazione Malzoni l’aveva destinata, la cura dei bambini. Oggi il Crom di Mercogliano è un centro di ricerca nell’ambito dell’oncologia pediatrica, come era stato nelle volontà di chi aveva fatto la donazione. Tra quelle persone che hanno battagliato in quegli anni c’erano Gianni Festa, la presidente della Provincia, Alberta De Simone, l’allora sindaco di Mercogliano, Massimiliano Carullo. Oggi Alberta De Simone, leggendo gli sviluppi della ricerca, gli studi che Antonio Giordano sta seguendo nella lotta contro il cancro, ricorda quando arrivavano i furgoni che volevano caricare le attrezzature dall’ex Ipai di Mercogliano e portarle a Napoli, ricorda i presidi davanti ai cancelli della struttura, e i serrati confronti con l’allora presidente della Regione, Antonio Bassolino, a sua volta condizionato da una serie di pressioni. Ma fu allora che anche Bassolino capì che quella era la strada giusta, assegnare all’ex Ipai un futuro di centro di ricerca, come poi è stato. Una condizione, però, impose a De Simone, come oggi lei stessa ci ricorda: che alla guida, disse, ci sia uno scienziato di primo livello. Nei giorni successivi, ricostruisce Alberta De Simone, si arrivò al nome di questo studioso napoletano impegnato negli Usa nella ricerca contro il cancro: Antonio Giordano. Oggi l’ex presidente della Provincia è fiera e orgogliosa di quella storia, di quelle battaglie, della scelta che fu fatta dalla sua amministrazione perché Antonio Giordano potesse essere il faro nella ricerca scientifica in campo mondiale.
Da una battaglia in una provincia, l’Irpinia, alla ribalta internazionale: un successo senza tempo, e senza confini, di una politica che parla alla gente, come deve essere sempre.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE