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AVELLINO – Non si fermano i contagi nelle scuole del capoluogo. Dopo il caso all’Itis Dorso dove una docente è risultata positiva e due classi sono state messe in quarantena con il necessario intervento di sanificazione nella giornata di ieri nuovi casi si sono registrati al liceo Imbriani dove una studentessa è risultata positiva con la sospensione delle attività didattiche in presenza per una classe. Anche in questo caso è stato necessario un intervento di sanificazione. Caso sospetto anche al liceo scientifico Mancini, dove è scattata la sospensione delle attività didattiche per la classe in questione.


Ancora chiuse anche le scuole Mazzetti e Masi di Atripalda dove oggi dovrebbero concludersi gli interventi di sanificazione, la scuola di Celzi di Forino e gli istituti di ogni ordine e grado di Mirabella dove si è registrato un vero focolaio. Attività didattiche in presenza sospese anche a Lauro, in misura preventiva. Se è vero che le misure di sicurezza sono ampiamente rispettate all’interno degli istituti, lo stesso non può dirsi quando i ragazzi escono dalla scuola, troppo spesso stipati negli autobus o in giro il sabato sera senza mascherina.


Intanto, si leva forte la protesta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. In una nota firmata dai segretari provinciali di Cgil Franco Fiordellisi, Cisl Doriana Buonavita e Uil Luigi Simeone, dai segretari provinciali Cgil scuola Erica Picariello, Cisl scuola Salvatore Bonavita, Uil scuola Tonino D’Oria si sottolinea come “alla luce delle segnalazioni sullo stato di trasporti per gli studenti, alla luce delle segnalazioni inerenti le difformità delle ordinanze sindacali secondo cui nei casi di positività nelle scuole irpine il personale docente è collocato in regime di quarantena ed il personale Ata ha un trattamento differente, con grave pregiudizio per la salute degli stessi e della collettività, alla luce della mancanza di sinergia istituzionale, come nel caso dei test sierologici a cui deve sottoporsi il personale incaricato, ravvisata la necessità di un coordinamento costante ed un aggiornamento sistemico, considerato anche l’andamento epidemiologico e le conseguenze sulla complessiva organizzazione dei servizi” si chiede la tempestiva apertura di un tavolo tecnico per fare il punto sulla riapertura a due settimane dall’inizio.


“E’ necessario – si legge nella nota – che questo tavolo sia periodico e permanente anche tenendo conto del fatto che il tavolo regionale sulla sicurezza non si riunisce da tempo e di certo non potrà intervenire sulle situazioni provinciali con tempestività”.

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