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AVELLINO- «E’ giusto fare il vaccino e sono orgoglioso doppiamente di averlo fatto perchè questo è uno studio italiano e quindi c’è la soddisfazione di poter essere il primo ad aderire a quello che ritengo un dovere nei confronti di tanti studiosi del nostro Paese e della scienza ed è anche un modo per uscire senza indugi da questa situazione ».

Giuseppe De Angelis, 48 anni, assicuratore originario della Baronia ma da anni residente ad Avellino è il volontario 001 irpino che ieri si è sottoposto alla inoculazione della dose sperimentale del vaccino italiano ReiThera al Moscati di Avellino. Nessuna incertezza e la voglia di rispettare chi gli è vicino aderendo alla sperimentazione.

«Qualcosa che bisogna fare -spiega Giuseppe- è necessario ed è una forma di rispetto per chi ci è vicino. . Non possiamo insinuare il dubbio. Sono contento di averlo fatto». Giuseppe è uno dei circa 50 volontari che sono stati arruolati per la sperimentazione del vaccino ReiThera presso l’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino, individuata tra i 27 centri clinici (26 in Italia e uno in Germania) per partecipare alla seconda fase dello studio.

Centinaia le richieste di adesione pervenute nei giorni scorsi da tutta Italia all’infettivologo Sebastiano Leone, referente per la sperimentazione, il quale, dopo aver verificato il possesso dei requisiti di inclusione, ha convocato per questo pomeriggio i primi 9 volontari e per sabato prossimo tutti gli altri soggetti idonei, alcuni dei quali residenti nell’Avellinese. Le dosi di vaccino e di placebo per avviare la sperimentazione sono state consegnate questa mattina.

E dalle ore 15 di oggi, in ambiente protetto e alla presenza di personale sanitario con specifiche competenze, si stanno effettuando, in coordinamento con la Farmacia ospedaliera, le prime somministrazioni. La fase dello studio che vede coinvolta l’Azienda Moscati è di tipo randomizzato controllato: i partecipanti vengono assegnati in modo casuale a diversi gruppi, di cui uno solo sperimentale che riceve il trattamento, mentre gli altri sono di controllo/ confronto.

Nello specifico, i soggetti arruolati hanno la possibilità di circa il 66% di ricevere la dose di vaccino. Su tre volontari, infatti, uno riceverà due dosi di vaccino (a distanza di 21 giorni), un altro una dose di vaccino e una di placebo e il terzo due dosi di placebo. L’assegnazione ai diversi gruppi è centralizzata e stratificata secondo criteri predefiniti e né i volontari né gli sperimentatori sapranno il gruppo di assegnazione (studio cosiddetto “a doppio cieco”).

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