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AVELLINO- La giunta comunale approva l’atto costituito della Fondazione di partecipazione che metterà sotto una gestione associata le strutture cittadine a vocazione culturale, su tutte l’ex cinema Eliseo ed il Teatro Carlo Gesualdo.

Si tratta dallo Statuto predisposto dal notaio Pellegrino D’Amore, consegnato nelle mani del sindaco Festa lo scorso marzo, ma portato all’attenzione della giunta solo ieri. Toccherà ora al Consiglio comunale analizzare la proposta, deliberarla e, quindi dare materialmente vita alla nascita della Fondazione di partecipazione, previa nomina di un Consiglio di amministrazione.

“Avellino città cultura” il nominativo che dovrebbe prendere la nuova formula gestione che, per il momento contempla solo l’ex Eliseo ed il Gesualdo, ma nelle intenzioni dell’amministrazione sarà allargata ad altre strutture, come Casina del principe, il cui motore propulsivo sono le politiche culturali.

“Il Comune sarà centrale nella nuova formula gestionale – ribadisce Festa- Le strutture saranno affidate in Comodato d’uso, ma. Alla partenza la Fondazione si occuperà della gestione dell’ex cinema Eliseo e del Teatro Gesualdo, poi in prospettiva allargherà il perimetro ad altre strutture, come il Castello una volta che lo avremo riqualificato.

Nel breve periodo, invece, valuteremo l’opportunità di inserire anche Casina del Principe e Villa Amendola, in un’organizzazione che per conto del Comune si occuperà di promuovere iniziative culturali”. Di qui Festa ricorda perchè all’epoca dell’insediamento dell’amministrazione, aveva inteso tenere per se la delega alla cultura.

“Da subito abbiamo lavorato al rilancio della Fondazione, ma con basi rinnovate rispetto a quelle immaginate da chi c’era prima di me. Avremo uno strumento in grado di potersi dedicare all’importantissimo settore culturale, che rappresenta anche un volano per il turismo locale. Fermo restando il ruolo del Comune”.

Lo stesso notaio D’Amo – re, alla consegna dello Statuto, aveva precisato come avesse lavorato ad un atto giuridico che non mina in alcun modo il ruolo centrale del Comune: “Sarà l’amministrazio – ne comunale a guidare il processo di gestione delle sue strutture culturali, aprendo al contributo di privati, associazioni e tutte le intelligenze avellinesi che vorranno partecipare a questa importante occasione di rilancio della cultura”.

Un testo snello, semplice che mira principalmente a tutelare le strutture come proprietà comunali e non sradicarle. “Non abbiamo inserito tutti gli immobile nelle linee guida della Fondazione, proprio per non sottrarli al patrimonio comunale. E’ chiaro che si parla di una formula di gestione che mira a potenziare le attività da svolgere nelle strutture con una vocazione ben precisa”.

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