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AVELLINO- Mentre da Palazzo Santa Lucia si aspetta ancora la nomina ufficiale dei tre Commissari regionali che per 60 giorni dovranno far luce sul funzionamento del Piano di zona di Avellino e indagare sulle cause del blocco di alcuni servizi che impedirebbero anche alla Regione di erogare i fondi settoriali, la giunta comunale mette nero su bianco il ricorso. Su proposta del sindaco Gianluca Festa, in qualità di assessore alle politiche sociali, l’esecutivo dà mandato all’avvocato Marcello Fortunato di impugnare la delibera di giunta regionale.

Come già annunciato dal sindaco, la giunta conferma di volerci vedere chiaro sulle ragione addotte da Palazzo Santa Lucia per il Commissariamento ad acta dell’ambito sociale di Avellino, certa della pretestuosità dell’atto. La giunta Festa, invece, chiarisce la conformità del Piano di zona e PAL I annualità IV PSR, nonché la partecipazione di tutti i comuni associati al Fondo Unico d’Ambito e, quindi, contesta la mancanza erogazione del saldo delle risorse del Fondo nazionale politiche sociali e del Fondo regionale e il Fondo Povertà delle corrispondenti annualità spettanti all’Ambito.

Intanto, però, il consigliere di opposizione Francesco Iandolo, capogruppo dell’Associazione Avellino prende parte”, denuncia il caso delle determine approvate da Palazzo di città nei giorni successivi al Commissariamento dell’ambito ha approvato proprio relativamente al Piano di zona. Iandolo fa una premessa, prendendo in prestito le parole pronunciate da Festa in Consiglio comunale nei giorni scorsi quando garantì che l’ambito sociale stava funzionando con i fondi della programmazione 2018 ma, con il blocco voluto dalla Regione, i servizi erano seriamente messi a rischio.

“La colpa delle poche ore rimaste sui servizi quali assistenza e trasporto scolastico- dice il consigliereviene data alla mancata autorizzazione dell’annualità 2019. Eppure mentre il Commissariamento è stato ufficialmente pubblicato sugli atti ufficiali della Regione Campania, e quindi con l’Ambito A04 formalmente svuotato delle funzioni di coordinamento e controllo politico delle amministrazioni interessate, il Comune di Avellino in qualità di capofila pubblica gare per una spesa di oltre 370mila euro con scadenza a 7 e 15 giorni per integrazione scolastica, servizio di assistenza domiciliare socio assistenziale a favore delle persone disabili, Centri Sociali Polifunzionali per persone disabili dell’Ambito Territoriale A04″ localizzati nei Comuni di Avellino, Altavilla Irpina e San Martino Valle Caudina, e due Centri per la prima infanzia Spazio Bambini e Bambine” dell’Ambito Territoriale A04 Comuni di Avellino e San Martino Valle Caudina. Servizi necessari a cui bene avrebbe fatto il Comune di Avellino e tutto l’ambito a organizzarsi per tempo per fornire risposta alle crescenti esigenze di tutti i potenziali fruitori”.

Per questo Iandolo sostiene che “le chiacchiere del sindaco continuano a venire smentite dai fatti, messi in atto dalla stessa amministrazione. Ora la speranza è che i commissari, quanto prima, possano rivoluzionare le politiche sociali dell’ambito per portare gli oltre 100 mila cittadini dei 16 comuni a standard dignitosi per i cittadini”. Non si fa attendere la risposta del primo cittadino: “Da un lato la Regione vuole Commissariare l’ambito perchè dice che il Comune capofila, quindi Avellino, non eroga i servizi sociali, dall’altro il consigliere Iandolo dice che gli uffici comunali producono atti tesi alla prosecuzione dei servizi- dice Festa- Per questo non posso far altro che ringraziare Iandolo e l’Associazione Avellino prende parte che conferma che il Piano di zona funziona e, quindi smentisce Palazzo Santa Lucia.

E’ evidente- aggiunge il sindaco- che come ho detto in Consiglio comunale e ribadisco, gli atti in questione riguardano la prosecuzione di alcuni servizi dell’ex Piano di zona per le fasce più deboli che vengono garantiti grazie ai fondi dell’annualità 2018. Con il blocco di quelli del 2019, anche questi servizi sono destinate a subire un blocco. Per questo abbiamo fatto ricorso contro un atto regionale che mette seriamente a rischio il settore”.

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