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Scissione dell’ambito Calore irpino, è attesa per il decreto che la giunta regionale si appresta a varare il 3 agosto. L’esecutivo regionale ha già acquisito la delibera approvata dal consiglio di distretto Calore irpino e dall’EIC lo scorso 27 luglio. Oltre alla nascita dei distretti autonomi Irpino e Sannita, la giunta De Luca decreterà il passaggio di gestione dell’impianto di Cassano dall’Alto Calore alla Regione Campania. Un passaggio, che solleva secondo il presidente del consiglio di distretto Franco Damiano, l’Alto Calore dalla spesa in costi energetici di ben 20 milioni di euro annui e riduce la mole debitoria in vista della presentazione del Concordato in Continuità al tribunale di Avellino”. Ma, se da un lato la cessione dell’acquedotto di Cassano irpino rappresenta un sollievo dal punto di vista finanziario per Acs, dall’altro, la Regione Campania metterebbe le mani sul più grande invaso del Meridione d’Italia, principale fonte di erogazione di Avellino, di una buona parte del Beneventano e della Regione Puglia. Un risultato, che mette in evidenza un disegno politico, quello dello scippo delle acque irpine avviato forse già nel 2015 con l’inserimento dei comuni irpini di Calabritto e Senerchia, ricchi di risorse nel distretto del Sele comprendente ben 50 comuni del Salernitano. Infine tra le infrastrutture idriche utilizzate in ambito regionale, oltre l’impianto di Cassano c’è l’acquedotto di Serino che fornisce acqua a 43 comuni di quattro province. Ma l’impianto di Serino, da cui Abc dirotta ingenti risorse verso il Napoletano, a quanto pare non sembra destare lo stesso interesse della Regione.

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