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AVELLINO- Forza Italia punta ancora sul Sud come serbatoio di voti e lancia, anche se con qualche (pesante, ma non nuovo) dissenso interno, Stefano Caldoro come candidato alle regionali in Campania della prossima primavera.
Al meeting «Il Sud che vince», organizzato dall’eurodeputato Fulvio Martusciello all’Hotel Vesuvio davanti a circa 300 presenti, Mara Carfagna non c’è, e viene ignorata negli interventi, e sono assenti gran parte dei parlamentari campani. Ci sono invece eurodeputati, consiglieri regionali, i presidenti della Basilicata e del Molise, i sindaci di Foggia e di Catanzaro ed altre decine di colleghi, con il capogruppo alla Camera Maria Stella Gelmini, ed il neo-vicesegretario del Ppe Antonio Tajani.
Per Stefano Caldoro – che è già stato presidente della Campania dal 2010 al 2015 – gli interventi dei big e l’ovazione che gli riserva il pubblico hanno il sapore dell’investitura ufficiale. «Gli ingredienti per la vittoria ci sono», dice Maria Stella Gelmini, che elogia la classe dirigente meridionale del partito e chiama all’unità il centrodestra, con quello che sembra un riferimento indiretto a Mara Carfagna. «Al Sud abbiamo tante persone di qualità: sindaci, amministratori. Queste risorse umane rappresentano il punto dal quale ripartire per affermare il buon governo del centrodestra».
Parole che, in serata, sbattono frontalmente con l’irremovibilità dell’ex ministro, oggi vicepresidente della Camera e ‘leader’ della fronda interna della Forza Italia campana: «Il partito è a un bivio – scandisce infatti Carfagna -: deve decidere se vuole fare una campagna elettorale largamente condivisa fin dalla scelta del candidato, che recuperi energie e intelligenze sul territorio, oppure se intende cedere allo schema divisivo che taluni dirigenti locali e nazionali continuano a cavalcare. Credo che lo stesso Stefano Caldoro si sia reso conto dei rischi che presenta questa seconda strada», avverte.
«Attenti a non sbagliare bersaglio – sembra risponderle Gelmini -: siamo nel centrodestra con pari dignità, e non abbiamo nessuna intenzione di essere subalterni, ma l’avversario per noi è, e resterà sempre la sinistra». Tajani ricorda i meriti del Sud nelle vittorie di Forza Italia ed elogia Caldoro, caricato dagli applausi dei suoi sostenitori. «Il presidente Berlusconi ha fatto il nome di Caldoro – dice il vicepresidente del Ppe – e lui ha già dimostrato di saper governare la Regione».
Caldoro, gratificato anche da Salvini, che lo ha definito «un ottimo amministratore», batte sull’unità del centrodestra, allarga il perimetro dell’alleanza alle liste civiche (“assolutamente da coinvolgere”) e propone come idea-forza la Macroregione meridionale, per la quale ha promosso un referendum. A parlare con i giornalisti di Mara Carfagna – la cui forza elettorale è concentrata a Salerno – è il coordinatore regionale Domenico De Siano, che minimizza: «siamo un famiglia con figli vivaci. Le polemiche ci sono in tutti i partiti, dobbiamo superarle guardando al futuro. E’ positivo che Berlusconi l’abbia incontrata. Lei è un valore per Napoli, la Campania e l’intero Paese».

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