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“Il sistema delle funzioni e dell’organizzazione delle Camere di Commercio è stato recentemente oggetto di una riforma, che ne prevederebbe la riduzione ad un limite di 60. Diciotto di queste, Massa Carrara, Pavia, Ferrara, Lucca, Pisa, Terni, Rieti, Frosinone, Teramo, Benevento, Oristano, Brindisi, Vibo Valentia, Crotone, Catanzaro, Ravenna, Parma, Verbania Cusio Ossola, si sono già opposte, presentando ricorso al TAR, che a sua volta, ha rimandato tutto alla Corte Costituzionale, probabilmente, per illegittimità costituzionale. La normativa imporrebbe alle Camere di Commercio l’accorpamento con altre e la conseguente soppressione a beneficio, di enti “monstre” che includono da 2 a 3 territori provinciali, distanti tra loro 200/300 km, anche non confinanti, con assetti istituzionali e relazionali completamente diversi e soprattutto con sistemi produttivi totalmente differenziati, in termini di settori, numero imprese, dimensioni, quindi con esigenze di aiuto e servizi specifici. Se ciò avvenisse, i territori, specialmente quelli più piccoli, più deboli e più in crisi sarebbero i primi a soffrirne! Ho presentato, pertanto, oggi, in Senato, una interrogazione parlamentare al Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, per chiedere di sapere se non ritenga di adottare misure finalizzate a modificare la disciplina vigente, prevedendo la volontarietà degli accorpamenti da deliberare a seguito della modifica. Ho chiesto, altresì, per quale motivo Unioncamere voglia portare avanti il Commissariamento delle Camere che ad oggi non hanno concluso il processo di accorpamento, pur in presenza di una sospensiva per una decisione davanti alla Corte Costituzionale con conseguente passaggio al Tar”. Lo dichiara la senatrice di Forza Italia, Sandra Lonardo.

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