X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Castel Volturno, una lottizzazione abusiva iniziata negli anni ’70 e proseguita passando per il superbonus 110%. Sequestrato Palazzo Marina.


CASTEL VOLTURNO (CASERTA) – Una colata di cemento abusiva lunga cinquant’anni, cresciuta nell’ombra tra omissioni, silenzi istituzionali e benefici fiscali. È questo lo scenario inquietante che emerge dall’indagine condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, culminata nel sequestro del “Palazzo Marina”, un imponente edificio di otto piani e 104 appartamenti, affacciato sul litorale di Castel Volturno, nella frazione di Villaggio Coppola-Pinetamare. Valore stimato: 25 milioni di euro. Valore simbolico: incalcolabile, per ciò che rappresenta nella storia del saccheggio edilizio del litorale casertano.

Castel Volturno, sequestrato “Palazzo Marina”

Secondo gli inquirenti, l’edificio – ex struttura alberghiera trasformata in residenza privata – sarebbe il frutto di una lottizzazione abusiva avviata già negli anni ’70 e rilanciata negli ultimi anni con una nuova veste “green”: quella del Superbonus 110%, il provvedimento governativo che avrebbe dovuto incentivare la riqualificazione energetica degli edifici e che, in questo caso, sarebbe stato invece piegato a interessi speculativi.

A condurre l’operazione investigativa sono stati i finanzieri della Compagnia di Mondragone, che hanno scoperto documenti ritenuti falsi, cambi d’uso illegittimi, frazionamenti abusivi e un vero e proprio intreccio tra imprenditori privati e professionisti del settore, con un sospetto comune denominatore: l’assenza di una valida licenza edilizia.

La Procura, guidata da Pierpaolo Bruni, ha iscritto 12 persone nel registro degli indagati. Tra questi figurano Augusto Tedeschi e Vincenzo Gambardella, rispettivamente procuratore speciale e legale rappresentante della Mirabella Spa, società riconducibile alla storica famiglia Coppola, già nota per la costruzione – in larga parte abusiva – del Villaggio Coppola. Otto appartamenti sarebbero inoltre riconducibili alla famiglia Moccia, imprenditori del cemento già noti alle cronache.

L’ipotesi investigativa

Secondo l’ipotesi investigativa, il “Palazzo Marina” è stato oggetto di una vera e propria operazione di maquillage edilizio: nel 2012, con il frazionamento del grande complesso alberghiero in oltre cento unità residenziali, l’edificio ha cambiato destinazione d’uso, passando da struttura ricettiva a condominio privato. Il tutto senza che, nei fascicoli del Comune di Castel Volturno, risultasse alcuna traccia della licenza edilizia originaria. L’unico documento presentato dagli indagati sarebbe una copia datata 1964, mai rinvenuta in originale e considerata non autentica dagli inquirenti.

Al momento non risulta il coinvolgimento di funzionari pubblici, ma il sospetto che la lunga ombra dell’omertà e della compiacenza amministrativa abbia facilitato questa operazione è tutt’altro che escluso. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, resta una certezza: l’abusivismo non è solo un problema urbanistico, ma un vulnus culturale e politico da cui la costa domizia non è mai guarita.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE