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NAPOLI- Rabbia e sconforto serpeggiano tra gli operatori sanitari aNapoli dopo l’ennesimo episodio di violenza: «I colleghi hanno paura di andare a lavorare» dice all’Ansa il dottor Manuel Ruggiero, presidente di ‘Nessuno tocchi Ippocrate, che ha denunciato il sequestro ieri pomeriggio di un’ambulanza e del personale all’ospedale Loreto Mare da parte di un gruppo di ragazzi per costringere gli operatori a soccorrere un 16enne con una distorsione al ginocchio a poche centinaia di metri dal nosocomio. «Esercito? Certo, laddove nei Pronto soccorso non fosse possibile avere la Polizia, unità dell’Esercito potrebbero essere utili per arginare la violenza crescente contro il personale sanitario. É emergenza ormai» spiega ancora il medico del ‘118’. C’è chi parla di guerra in corso (come il dg della Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, che accelera, ulteriormente, per le telecamere a bordo delle ambulanze e sulle divise del personale e chiede che il Governo si impegni per le proposte di legge impantanate), e chi preferisce non utilizzare questo termine (come il sindaco Luigi de Magistris che, tuttavia, insiste sulla necessità di «mettere il servizio del 118 nelle condizioni di lavorare in tranquillità”), ma è certo che l’escalation di violenza ha segnato ieri un ulteriore, grave, episodio. Non nuovo, in verità, casi simili erano già avvenuti, ricordano con amarezza gli operatori, ma le aggressioni a Napoli nel 2020 – una al giorno, dal primo al 5 gennaio – fanno riflettere. Ecco il titolo del post di ‘Nessuno tocchi Ippocratè: «L’ambulanza me la vado a prendere io…». «La postazione 118 della Stazione Centrale – si legge – si trovava al Loreto mare per un intervento, improvvisamente nel pronto soccorso entra un gruppo di ragazzi che prende di forza l’equipaggio e lo costringe a salire in ambulanza. Con 3 di questi individui a bordo (e sotto minaccia) l’equipaggio si dirige verso la zona delle ‘Case nuove» retrostante al Loreto. Il mezzo giunge sul posto e da subito viene circondato da una orda di astanti inferociti che incominciano a ricoprire d’insulti i sanitari ». Pensando al peggio «il medico si fa largo tra la folla e, con stupore, trova un 16enne con distorsione al ginocchio. Con difficoltà il medico valuta la situazione che si presenta di lieve entità. Nonostante ciò l’equipaggio viene intimato, con minacce, a portarlo in ospedale». Una vicenda che induce il dottor Ruggiero a chiedere il ripristino dei presidi di Polizia nei Pronti soccorso, il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale al personale sanitario in servizio nel 118 e negli ospedali, l’installazione di telecamere sia a bordo delle ambulanze sia sulla divisa. Il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, chiede la presenza di posti di pubblica sicurezza di Polizia nei PS di maggiore affluenza e vigilantes sulle ambulanze nelle aree critiche. Il Codacons sollecita scorte armate. «Un anno e mezzo fa è accaduto un analogo episodio, sempre al Loreto Mare; da allora non è cambiato nulla. Servono misure straordinarie. Le telecamere? Ben vangano ma lo Stato in tutte le sue articolazioni, a partire dalla Prefettura, faccia la sua parte. Occorrono indagini rapide e pene certe» afferma Paolo Monorchio, presidente della Croce Rossa di Napoli. Una situazione che presenta diverse chiavi di lettura. Come quella di Giuseppe Galano, direttore del 118, il quale parla di “una aggressione del tutto gratuita, frutto di emulazione negativa e cattiva», e avverte: «Non serve fare allarmismi, porta all’emulazione cattiva ed è pericoloso». Il clima è ormai «insostenibile». Lo afferma il presidente del Sis 118, Mario Balzanelli. «Non è la prima volta che a Napoli succedono questi episodi ed assicuro che i colleghi e gli operatori tutti del SET 118 partenopeo non ce la fanno più», afferma. «Il grande tema – rileva Balzanelli in una nota – non è gridare allo scandalo, o stracciarsi le vesti da qualche osservatorio in realtà distaccato, pur se ricolmi di indignazione, quanto esigere – senza se e senza ma – una autorevole ed appropriata risposta dello Stato, che non può non avere la sostanza concreta, ed irrinunciabile, di una riforma legislativa più urgente del Sistema 118 nazionale».

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