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 Il cardinale Sepe, che ha negato i funerali a tre boss ed esplicitamente sostenuto il suo «no» a conferire i sacramenti ad esponenti della malavita che non si siano pentiti, esprime parole di condanna rispetto alla vicenda accaduta lo scorso lunedì in Albis al rione Traiano. È il giorno in cui in varie parti di Napoli e provincia si svolgono le processioni della Madonna dell’Arco. Ce n’è stata una molto particolare, nel quadrilatero della «99». Qui il quartiere si è inchinato al battente che portava un drappo particolare: da un lato l’effige della Vergine, dall’altro il volto di un giovane con un sorriso smagliante. Fortunato Sorianiello detto «Foffy», ucciso dalla camorra in un agguato il 14 febbraio del 2014. A rendergli omaggio il fratello Alfredo jr, figlio di Alfredo senior detto «’o biondo», ritenuto capo della camorra del rione Traiano e condannato a 3 anni e 5 mesi, due giorni prima
«Non si può delinquere e avere santini sul comodino». «La Chiesa condanna e respinge con fermezza queste commistioni, così come vigila sul rischio di infiltrazioni malavitose nell’organizzazione di feste e processioni – dice l’arcivescovo – da qui la necessità di vigilare sull’organizzazione di queste manifestazioni e sui comitati». «Certo – aggiunge Sepe – applicare le norme non basta, c’è bisogno che cambi la mentalità della gente, è importante ribadire però che le feste religiose sono di esclusiva competenza e autorizzazione dell’autorità ecclesiastica che coinvolge la forza pubblica per il servizio di vigilanza e sicurezza». «Certo – aggiunge Sepe – applicare le norme non basta, c’è bisogno che cambi la mentalità della gente, è importante ribadire però che le feste religiose sono di esclusiva competenza e autorizzazione dell’autorità ecclesiastica che coinvolge la forza pubblica per il servizio di vigilanza e sicurezza». Lo riporta il Corriere del Mezzogiorno.

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