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ACERRA – Rischia di trasformarsi in un vero incubo la questione rifiuti per l’intero territorio campano se dovesse chiudere l’impianto di Acerra. Con lo stop dell’impianto, non potranno essere smaltite 80.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati, che nel corso dei 40 giorni di chiusura si accumuleranno nei diversi siti di stoccaggio distribuiti sul territorio campano. Ad annunciarlo Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania: “Qui la gestione dei rifiuti (prevenzione, raccolta, recupero e smaltimento) continua ad essere una partita irrisolta sempre più al centro di scontri politici ed esasperazione delle comunità. Un ciclo poco circolare e ancora troppo intrappolato in scarse capacità gestionali, affari al limite della legalità, mancanza di trasparenza e complicati percorsi di accessibilità alle informazioni per i cittadini. Insomma, invece di un cerchio, il sistema di gestione dei rifiuti urbani della Campania continua ad essere un labirinto che ha come via d’uscita preferenziale lo smaltimento fuori regione di gran parte dei rifiuti, 800 mila tonnellate all’anno oltre il 30% del totale e la quasi totalità della frazione organic””
In vista della chiusura di Acerra, Legambiente ha lanciato nei giorni scorsi la campagna “Io non conferisco” per un’estate all’insegna della dieta del cestino dell’indifferenziato. L’obiettivo è diffondere buone pratiche amministrative per la riduzione della produzione di rifiuti indifferenziati, ad esempio riducendo i giorni di conferimento nei calendari della raccolta. ”I tanti comuni ricicloni- conclude Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania-  che in Campania superano il 65% di raccolta differenziata previsto dalla legge testimoniano che differenziare è possibile ed è vincente”.

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