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Scatta la zona rossa domani in Campania e viene quasi naturale godersi l’ultimo sabato ‘liberò. E così, dopo un avvio ‘timidò (rispetto ai week end precedenti) sul lungomare di Napoli, all’ora di pranzo i locali della zona si riempiono. Un pranzo insieme prima che scatti il blocco. Il centro antico non registra i consueti fiumi di persone dei fine settimana che si avvicinano all’Imma – colata e al Natale, ma Spaccanapoli, Piazza del Gesù e Piazza San Domenico Maggiore fino a San Gregorio Armeno, la ‘via dei pastorì, si sono presentate oggi comunque gremite.

Nel vicoli e nelle piazze di Napoli anche i tavolini dei bar e degli altri locali sono stati occupati. Tanta gente anche nel quartiere Vomero. In molti alle prese con acquisti e con ‘l’ultimo caffè’ in compagnia. Insomma la voglia si socialità è tanta, ma ora occorre adeguarsi. Lo ricorda il comandante della Polizia Municipale, Ciro Esposito. «Mi appello ai napoletani: conformate il vostro comportamento al senso di responsabilità. Il comportamento di tutti noi incide sul sistema sanitario, su chi in questo momento sta soffrendo, su chi potrebbe pagare le conseguenze di scelte sbagliate».

I controlli sono in corso già dal periodo di applicazione della zona gialla e anche nei mesi scorsi, ma ora aggiunge Esposito, con la zona rossa ci saranno anche posti di blocco e controlli mobili. Azioni necessarie «ma è indispensabile la collaborazione dei cittadini affinché le misure restrittive raggiungano l’obiettivo». Il bollettino dell’Unità di Crisi regionale fa sapere che calano in Campania i positivi (3.351 rispetto ai 4.079 precedenti) ma anche i tamponi (20.662 rispetto ai 25.510 precedenti), i deceduti, tra il 7 ed il 13 novembre, sono 27. Una situazione difficile, con il sistema sanitario in affanno.

L’ospedale San giovanni Bosco, interamente dedicato al Covid, ha riaperto con i primi 40 posti letto ma non tutti sono d’accordo. «Chiusure evitate, vite salvate. Ce state accerenn à salute» (ci state uccidendo la salute, ndr): con questo striscione appeso ai cancelli, una quarantina di abitanti della zona di Capodichino e Secondigliano hanno protestato all’esterno del nosocomio contro la sua trasformazione. I cittadini protestano per aver perso il presidio ospedaliero che è sempre stato un riferimento per l’area napoletana: «Salviamo gli ospedali per salvare la vita, 61.000 prestazioni pronto soccorso, 1000 interventi di cardiologia, servizi per 500.000 abitanti, da domani tutto azzerato grazie a Verdoliva » era scritto sui cartelli dei manifestanti che hanno manifestato protestano contro il direttore generale dell’Asl Napoli 1 che ha eseguito la decisione dell’Unità di Crisi della Regione Campania di convertire l’ospedale.

A protestare anche alcuni medici dell’ospedale e il presidente della III Municpalità Ivo Poggiani. In questo scenario c’è chi non vuole mollare. E’ il pizzaiolo Gino Sorbillo «Terrò aperti i miei locali a Napoli fino a quando sarà possibile sia pure solo per l’asporto e per la consegna domicilio; dobbiamo resistere, avere coraggio e dare un messaggio di speranza a tutta la città. Non è facile in queste condizioni andare avanti ma occorre provare – aggiunge – oggi nel mio locale sul lungomare vi eranomolti in attesa, la voglia di stare insieme intorno a una pizza è forte, ma occorre adeguarsi

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