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NAPOLI – «Ho investito tutti i miei risparmi, i risparmi di un vita di lavoro, per finanziare le attività della mia impresa, attiva da 30 anni. Ed ora, se non cambiano le cose, a 57 anni mi dovrò inventare un altro lavoro, licenziando i miei collaboratori, che sono con me da decenni ».

A parlare è l’ingegnere Angelo Rosario Giordano, titolare di una media impresa edile napoletana, che venerdì prossimo con altre decine di titolari di imprese edili, sia della Campania che di altre regioni, tornerà in piazza a Roma per chiedere lo sblocco delle cessione dei crediti di imposta. Sarà la quarta manifestazione nel giro di pochi mesi ma finora gli effetti sperati non ci sono stati.

Come quella di Giordano ci sono centinaia di altre piccole e medie imprese edili campane (e non solo) che ora sono in sofferenza perché hanno ‘in pancia’ centinaia di migliaia di euro (sono sui loro cassetti fiscali) che però non riescono a monetizzare. Ora non hanno più la sufficiente liquidità per andare avanti e di questo passo devono rivedere i loro piani di lavoro, e persino licenziare i dipendenti. Inoltre il rischio di blocco delle opere – si tratta prevalentemente di cantieri condominiali – è molto elevato, con conseguenti code di contenziosi.

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