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NAPOLI – Silvio Berlusconi ha sentito al telefono Catello Maresca, candidato sindaco di Napoli sostenuto da Forza Italia e dai partiti del centrodestra. Al centro del colloquio il futuro di Napoli, i temi della prossima campagna elettorale in vista del voto di ottobre e, in particolare, le proposte del centrodestra per lo sviluppo e contro la povertà.

Da Forza Italia giunge anche l’appello di Antonio Tajani, vice – presidente e coordinatore nazionale del partito. “Vogliamo vincere a Napoli, la partita si giocherà al secondo turno e noi faremo di tutto per fare in modo che Catello Maresca diventi sindaco di Napoli per realizzare un progetto di cambiamento nel quale ci riconosciamo e al quale abbiamo aderito”.

“Non rinunceremo a spenderci come FI in questa campagna elettorale – aggiunge Tajani -, tenendo presente che Berlusconi ama tantissimo la città di Napoli. Quindi il suo nome sul simbolo sarà sicuramente di attrazione e sosterrà comunque la lista di Forza Italia”.

Dal fronte del centrosinistra il candidato sindaco Gaetano Manfredi bada al programma. “Ricomincio dagli asili nido! Nella nostra città ci sono pochi asili rispetto a quanti ne servirebbero e hanno un costo spesso pesante da sostenere per una famiglia. La provincia di Napoli conta 8,9 posti in asili nido su 100 bambini a fronte di una media del Centro-Nord di 32 posti che si avvicina al valore indicato dall’Europa.

Con i fondi del PNRR possiamo investire risorse per aumentare il numero di asili nido a Napoli e abbassare le rette di accesso. Il nido non deve essere un lusso nè una spesa onerosa per le famiglie, ma piuttosto un sostegno vero alla natalità e al futuro della nostra città. La struttura inaugurata qualche giorno fa al Policlinico Federico II rappresenta una bella notizia per tutta la cittá. Ben vengano le iniziative aziendali, ma sono prima di tutto le Istituzioni che devono giocare un ruolo decisivo».

«A Napoli gli asili nido sono pochi e mai gratuiti. Due condizioni che costringono le donne a scegliere tra lavoro e famiglia, mortificando quel principio di autodeterminazione femminile che le nostre mogli e compagne hanno conquistato con fatica nel tempo. Occorre investire in politiche di welfare mirate nelle quali il Comune deve essere parte attiva», aggiunge.

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