X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

Napoli – La decisione del governo Draghi di riaprire le scuole, dopo la bocciatura da parte del Tar del governatore della Campania Vincenzo De Luca suscita da parte i quest’ultimo una dura reazione.

“Ha parlato (ndr Draghi) per mezz’ora insieme con il ministro della pubblica Istruzione contro la didattica a distanza generalizzata che non ha chiesto nessuno in Italia. Ha scelto un obiettivo di comodo – rimarca De Luca -: parlare per mezz’ora candidandosi anche lui a iscriversi nel club degli sfondatori di porte aperte, chi gliel’ha chiesta la didattica a distanza? Così come ho trovato sconveniente che non ci sia stata una risposta di merito al problema limitato posto dalla Regione Campania: due settimane di respiro, limitate alle elementari e alle medie, per organizzarsi al meglio”.

De Luca ha poi aggiunto: “Il Tar ha concesso la sospensiva rispetto alla richiesta del governo, ha fissato per il 22 febbraio la discussione in collegio. Per il 22 febbraio sarà cambiato il mondo. I due punti forti su cui si è basata la richiesta di sospensiva sono questi: la Regione non è in zona rossa, il governo nei suoi decreti ha messo in campo tutte le misure necessarie per contenere il Covid”.

De Luca, dimenticando i suoi monologhi del venerdì, chiama in causa Draghi anche per il modo in cui si è svolta la conferenza stampa. “Sconcertante afferma -perché all’inizio della conferenza ha delimitato il recinto nel quale i giornalisti potevano muoversi e francamente è incredibile che il presidente del Consiglio dica ai giornalisti le domande che possono e non possono fare. Queste cose avvengono nelle democrazie cosiddette protette”.

“Ovviamente il presidente del Consiglio – aggiunge il governatore campano – è libero anche di mandare al diavolo il giornalista che fa la domanda o di non rispondere. Non credo però che possa delimitare l’ambito delle domande. A me pare che stiamo in un Paese nel quale si è determinata una sorta di narcotizzazione della ragione critica che mi auguro sia ritrovata quanto prima possibile”.

Infine conclude: “Oggi avremo scuole nelle quali i bambini sono senza mascherina, perché le P2 non sono arrivate nel frattempo, e mi dicono che ieri i bambini delle elementari sono stati costretti a stare in classe con le finestre aperte, i cappotti addosso e i cappelli in testa. Si sarebbe dovuto parlare di questo”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE