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Forte crescita della curva dei contagi in Campania: il rapporto positivi-tamponi nelle ultime 24 ore si attesta al 12,21% contro l’8,47% precedente. I positivi del giorno sono 392 (48 sintomatici) su 3.209 test. I deceduti sono 29 (di cui 6 nelle ultime 48 ore) mentre i guariti sono 676.


Si allenta leggermente la pressione sulle terapie intensive (99 i posti occupati su una disponibilità di 656). Il bollettino dell’Unità di crisi segnala che sono 1.355 i posti letto di degenza ordinaria occupati su una disponibilità di 3.160.
Gli effetti del Dpcm del 24 ottobre sono ormai esauriti e in tutta Italia la curva dell’epidemia di Covid-19 sta tornando a salire, tanto che le stime elaborate dallo statistico Livio Fenga indicano circa 600.000 casi complessivi a fine gennaio, contro i circa 550.000 attuali. Sono almeno 14 le regioni in cui le stime indicano una ripresa dei casi a partire dal Veneto.


L’analisi è il frutto di un’indagine quantitativa condotta – a livello sia regionale che nazionale – sul numero di persone che risultano positive al virus SarsCoV2. I dati utilizzati, osserva Fenga,”si riferiscono infatti alla variabile ‘attualmente positivì, così come è diffusa dall’Istituto Superiore di Sanità».


Dall’indagine emerge una tendenza all’aumento dei casi nelle province autonome di Trento e Bolzano, in Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Marche e Umbria.
In Puglia l’effetto del Dpcm del 24 ottobre non è stato quello atteso, mentre in Sardegna il provvedimento ha portato solo a un rallentamento della curva La situazione in Campania è sostanzialmente stabile e non si attende un’impennata di contagi.
Mentre la Lombardia è debolmente virtuosa, infine, una tendenza alla decrescita è evidente in Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Molise. Intanto è polemica per i vaccini. – «In tutte le Asl della Campania, il Dipartimento di prevenzione ha chiesto ai dipendenti dei laboratori di analisi cliniche privati specializzati – quelli, per capirci, in cui si stanno eseguendo test e tamponi anti Covid – e dei centri poliambulatoriali privati, se volevano sottoporsi alla vaccinazione contro il virus. Tutte le Aziende sanitarie della regione lo hanno chiesto. Tutte tranne l’Asl Napoli 3. Perché?».


E’ la domanda che si è posto Gennaro Lamberti, presidente di Federlab Italia, associazione di categoria dei centri poliambulatoriali e dei laboratori di analisi cliniche privati accreditati con il SSN, tra le più rappresentative (con le sue oltre 2mila strutture associate) a livello nazionale. Evidentemente, sbotta Lamberti, «i vertici di quell’azienda sanitaria, a differenza di quanto accaduto nel resto della regione, non hanno ritenuto di avere a cuore quanti pure, in questi mesi difficili, si sono prodigati e ancora si stanno prodigando nei laboratori e nei centri radiologici e cardiologici privati del territorio, nella delicata opera di monitoraggio dei contagi».

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