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Sono 2.650 i nuovi positivi al Covid in Campania su 49.957 test esaminati. L’incidenza è del 5,30% in aumento rispetto al 4,31% di martedì. Sette le nuove vittime censite nel bollettino dell’Unità di crisi. Salgono sia i posti di terapia intensiva (32, più 3) sia quelli in degenza (463, +5). Quello che preoccupa è anche la diffusione della variante Omicron, mentre aumentano i contagi soprattutto tra le fasce d’età più giovani.

«Al momento sulla Omicron e la sua resistenza al vaccino non ci sono dati. Per ora quindi non ci sono elementi per pensare a vaccini nuovi ma tutti noi, i diversi centri, stiamo studiando il nuovo virus, molto diverso dai precedenti». Così Antonio Limone, direttore dell’Izsm (Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno) racconta il monitoraggio che l’istituto fa in Campania insieme col Tigem e col Cotugno su una mutazione Omicron del Covid che, spiega Limone, ha «trenta elementi di mutazione genetica, altre varianti ne avevano molte meno. Questa modifica può anche uscire dal vaccino, per ora non sappiamo, bisogna prendere persone che hanno preso Omicron anche se hanno fatto il vaccino e studiarle».

Uno studio che continua dagli 800.000 tamponi fatti negli istituti campani: «Siamo consapevoli che dobbiamo studiare le mutazioni generiche del virus, che se non lo osserviamo non riusciamo a fare nulla, non lo precediamo e capiamo. Dobbiamo leggere le mutazioni, per capire anche se bisogna mutuare un ulteriore vaccino». Uno studio che i ricercatori in Campania fanno in modo approfondito: «Le varianti – sottolinea Limone – arrivano da luoghi dove non viene fatto contenimento adeguato, penso al Sudafrica, all’India, al Brasile, a tanti luoghi del mondo in cui sono meno sufficienti per il contenimento della malattia.

Quindi noi dobbiamo contenere e analizzare la malattia nei Paesi terzi, pensare di stare a guardarli dalle nostre poltrone europee non va bene, perché il virus oggi fa il giro del mondo in otto ore: in queste settimane ora aggredisce i bambini, che noi avevamo previsto, perché l’obiettivo del virus è riprodursi e aggredire, non guardare quanti anni hai».

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