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Il futuro dell’Appennino e dei suoi borghi passa anche dalle green communities. Quelle comunità locali capaci di fare rete puntando su sostenibilità ambientale per rilanciare i territori, contrastare lo spopolamento e dare un nuovo impulso all’economia locale e su cui il PNRR ha destinato 140 mln di euro. Tra le parole chiave di queste communities: energia da fonti rinnovabili, gestione integrata delle risorse idriche, turismo lento e sostenibile, sviluppo di attività di allevamento, agricoltura e gestione forestale rispettose dell’ambiente. A dimostrarlo le tre aree pilota di green communites oggi in via di definizione – in Abruzzo con Il Parco regionale Sirente Velino, in Emilia Romagna con La Montagna del Latte nell’Appennino reggiano e in Piemonte con Le Terre del Monviso (finanziate con 2 milioni di euro ciascuna dal Ministero delle Regioni e delle Autonomie); ma anche le tante esperienze virtuose che in questi anni diversi borghi e realtà della dorsale appenninica hanno già messo in campo unendo innovazione e sostenibilità ambientale per rilanciare i territori: dalla web radio web di comunità “Radio antiche Rue”, voluta e ideata da chi vive a Gagliano Aterno (AQ) all’esperienza avviata in Lunigiana della Cooperativa AlterEco, dall’hub turistico nel Pollino che punta sui percorsi culturali, formativi ed enogastronomici all’apiario di comunità in Molise a Castel Del Giudice (IS), solo per citarne alcuni. A fare il punto sulla grande sfida delle green communities in Appennino, alla vigilia della giornata internazionale della montagna, è Legambiente che in occasione della V edizione del Forum degli Appennini”, organizzato dall’associazione a Pescasseroli (AQ) nella sede del Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise, presenta il suo report “Un’Agen – da per la transizione ecologica e climatica degli Appennini”. Nel documento l’associazione ambientalista racconta le tre aree pilota, sei storie di buone pratiche territoriali, e indica quella che per lei è la strada da seguire per un “Appennino contemporaneo” che oggi più che mai si trova a fronteggiare problemi e nuove sfide ambientali legati anche agli impatti della crisi climatica. In Campania, il Parco regionale del Partenio punta a diventare un parco rifiuti free e sposa l’approccio ridurre, riutilizzare, riciclare. Promuove la realizzazione di compostiere di comunità attraverso il riutilizzo di materiali costruttivi provenienti da potature arboree locali. La proposta nasce dalla volontà di potenziare il compostaggio domestico nei 22 comuni del Parco e per promuovere la produzione di compost da utilizzare come fertilizzante per orti e giardini e riutilizzare, come materiale da costruzione per le compostiere, le potature arboree.

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